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Cronaca di un salvataggio a Sella Nevea

L'intervento del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza K

Una giornata come tante altre, con l’ultimo sole di estate che riscalda il territorio. Tutt’intorno il panorama è quello del Monte Canin, Alpi Giulie, poco distante da Tarvisio, in provincia di Udine. Qui si intersecano i confini dell’Italia con Austria e Slovenia. Una telefonata inattesa arriva al 117, il numero di intervento della Guardia di Finanza. La richiesta di soccorso viene inoltrata alla Stazione di Soccorso Alpino (Sagf) di Sella Nevea. Vi sono dei dispersi in montagna. Il tempo di chiamare l’elicottero della Protezione Civile a Tarvisio e gli operatori delle Fiamme Gialle sono pronti a iniziare le ricerche. In tutto una decina di minuti. Poi, grazie anche all’impiego delle unità cinofile, i finanzieri si spingono nei sentieri che conoscono fin nei dettagli.

Dall’alto l’elicottero scandaglia il territorio. L’operazione di soccorso, dopo poco più di un’ora, fortunatamente va a buon fine. I dispersi sono recuperati e portati in salvo. Ma le attività del Sagf, così come quelli di altri corpi di soccorso, non hanno sempre il lieto fine. A volte il recupero è solo quello di vittime. A Sella Nevea il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza può contare su dieci unità, ai comandi del luogotente Giampietro Zanni. L’attività, ovviamente, non conosce pause o chiusure per “turno”.

Nella stazione, che dipende dalla Compagnia di Tarvisio, sono presenti sempre almeno due operatori. Pronti a intervenire in caso di emergenza e a operare anche con mezzi di soccorso medico. “Purtroppo si sente sempre più spesso parlare di incidenti di montagna. Vi è una tendenza in forte aumento anche perché è aumentato il flusso dei turisti e, di conseguenza, quelli che vogliono impegnarsi in escursioni”. Il maggiore Stefano Marton, comandante della Compagnia di Tarvisio della Guardia di Finanza, spiega così un andamento che, purtroppo, non ha accennato a diminuire. “Qui operiamo vicino ai confini con Slovenia e Austria. A questo scopo è stato istituito un Centro di coordinamento delle polizie. Ha sede a Thoerl Maglern, in Austria, ed è il punto di contatto con i soccorritori dei tre Stati”, aggiunge il maggiore Marton. Ma come spiegare il fenomeno degli incidenti? Per il luogotenente Zanni sempre più spesso si tratta di “superficialità e mancanza di vere capacità alpinistiche”. “Molte tragedie si potrebbero evitare se la gente facesse più attenzione. Mi riferisco alle proprie capacità fisiche ma anche alle minime ma indispensabili norme di sicurezza. Basterebbe così poco, anche se in qualche caso l’attenzione e la sicurezza non possono fare nulla. Si pensi alle valanghe o attività sismiche. In questi casi si può davvero poco”.

Le attività di soccorso, oltre a impegnare decine e decine di uomini e mezzi, sono un costo imputato in Italia alla collettività. Un dato tra tutti: un minuto di attività di un elicottero medicalizzato (attrezzato con apparecchiature mediche e medici) può arrivare a costare anche 300 euro. Cifre inferiori, ma di tutto rispetto, anche per le semplici attività di soccorso con elicotteri non medicalizzati o con semplici ricerche a piedi. In Austria e in Slovenia, che da Sella Nevea distano pochi chilometri in linea d’aria, il costo del soccorso è imputato al cittadino in emergenza. A fine attività, arriva al fortunato soccorso la fattura da parte delle squadre che hanno portato a termine la missione.