S.DARKO

di Sandro Calice

S.DARKO

di Chris Fisher, Usa 2009 (Moviemax) Daveigh Chase, Briana Evigan, Ed Westwick, Jackson Rathbone, James Lafferty, Elizabeth Berkley, John Hawkes, Matthew Davis, Bret Roberts.

“S.Darko”, ovvero come abusare di un’idea senza averne di altre. “S.Darko” (la S. sta per Samantha) è l’ideale seguito di “Donnie Darko”, di Richard Kelly, uscito senza troppo clamore nel 2001, ma poi diventato a suo modo un culto grazie ai fan e a internet, e presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia nel 2004. Diciamo subito che Kelly si è dissociato dal progetto.

Sette anni dopo i fatti raccontati in “Donnie Darko”, Samantha Darko (Daveigh Chase, che già interpretava la sorella minore di Donnie nel primo film), ancora sconvolta dalla morte del fratello, decide di partire con la sua migliore amica, Corey, per la California. La macchina, però, resta in panne in uno dei tanti, uguali, paesini della provincia americana. Fanno amicizia col bello del paese e si sistemano in un motel. Ma il giorno dopo un meteorite cade sul mulino di un agricoltore locale, dando inizio a una serie di eventi che sembrano portare ineluttabilmente verso la fine del mondo. La storia si ripete, e come fu per suo fratello, toccherà a Samantha, tra sogni, profezie, mostruosi conigli e viaggi nel tempo e nello spazio, tentare di cambiare il corso degli eventi.

La teoria degli universi alternativi, delle linee spazio-temporali differenti, non è certo originale. In letteratura fu forse Asimov a usarla per primo, inventando il “What if?” (Cosa sarebbe successo se?), diventato poi un genere a parte nella letteratura a fumetti e sfruttato anche al cinema, per esempio in “Sliding doors” o in “Lola corre”. Ma Kelly con “Donnie Darko” aveva creato una sua personale interpretazione, codificata addirittura nel testo “La filosofia del viaggio nel tempo” (libro che appare in entrambi i film), parlando di Universo Tangente, una realtà alternativa all’Universo Primario. Al di là della verosimiglianza o del fascino di questa lettura, “Donnie Darko” era un film che si teneva, pur nella sua dimensione onirica e metafisica. “S.Darko”, che prova ad applicare le regole di Kelly, risulta solo una copia mal riuscita, un confusionario gioco con lo spazio-tempo che finisce per disorientare lo spettatore, una citazione azzardata di Alice e del coniglio, un teen movie pretenzioso in cui si salvano la fotografia e qualcuno degli attori.