Vigilia elettorale di sangue in Afghanistan, dove le violenze sono costate la vita a 25 persone in poche ore.
Nell'est, a Sharana, una bomba sul ciglio della strada ha sterminato una famiglia di passaggio. Nella provincia di Kandahar, il governatore del Registan è rimasto ucciso da un ordigno artigianale. A Kabul, 6 morti nel tentativo di rapina a una banca da parte di un commando talebano. Un raid Nato a Ghazni ha ucciso incidentalmente 4 agenti afghani; 6 soldati Usa uccisi nel sud.
Il governo afghano ha intanto chiesto ai media di non diffondere notizie su attentati nella giornata di domani.
Catturati 20 ribelli. Una ventina di ribelli che si preparavano a compiere "atti ostili" nell'area di Herat, a poche ore dalle presidenziali, sono stati catturati con un'operazione congiunta dell'esercito afghano e dei militari italiani. L'azione si è conclusa in modo incruento e senza che fosse necessario sparare nemmeno un colpo. Gli insorti si erano barricati in una scuola con armi leggere, 10 kg di esplosivo e alcuni mezzi di trasporto abitualmente usati per compiere attentati.
Il presidente Karzai ha detto che i talebani non riusciranno a far fallire l'appuntamento con le urne.
Le elezioni. Sono 17 milioni gli afghani registrati per scegliere il presidente che per i prossimi 5 anni guiderà il Paese. I 28.500 seggi allestiti rimarranno aperti dalle 7 alle 16; in alcuni casi saranno le milizie tribali a garantire la sicurezza. Gli osservatori hanno però denunciato che in molte aree mancano seggi per le donne, mentre in altre è stato impedito l'allestimento.
Dopo il ritiro di 10 candidati, di cui 8 appoggeranno l'uscente Karzai, sono rimasti in lizza 32 aspiranti alla poltrona di presidente. Tra questi, due donne. Si vota anche per il rinnovo dei 34 consigli provinciali.
Gli sfidanti. Il favorito assoluto delle presidenziali afghane resta il presidente uscente, Hamid Karzai, benché gli ultimi sondaggi indichino che sarà costretto ad affrontare il ballottaggio.
Tra gli sfidanti, il più accreditato è il suo ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah. Tutti i candidati fanno della pace con i talebani uno dei punti centrali dei loro programmi. Date le condizioni di estrema insicurezza in cui si svolgono le elezioni, il dato più significativo sarà probabilmente il tasso di affluenza alle urne, in grado di legittimare il futuro capo dello Stato. Nel 2004 votò il 70%.