Ultimo figlio di un pastore protestante, Laurence Kerr Olivier nacque in Gran Bretagna nel 1907. Fin da bambino aveva mostrato una precoce vocazione teatrale e a dieci anni aveva già ottenuto il suo primo ruolo di bruto in una recita scolastica. Fu così che, sull'onda del talento, a 17 anni vinse una borsa di studio per frequentare la Scuola d'Arte Drammatica a Londra.
''Una sterlina alla settimana'', quant'era l'ammontare del premio, bastò per spianare la strada a uno dei più grandi fenomeni della recitazione del nostro secolo. ''Quando arrivò alla scuola - ha raccontato l'attrice Peggy Ashcroft - era decisamente rozzo e sgraziato, con i capelli dritti e le maniche della giacca troppo corte. Ma quello che colpiva era la sua grande energia fisica''.
La prima interpretazione in cui si segnalò come un attore più che promettente fu nel 1922 nella ''bisbetica domata''. Ed ecco che qualche piccola compagnia di provincia lo ingaggia e incomincia quindi a farsi le ossa, anche attraverso una tournée con il ''Carro di Tespi'' in America. Siamo nel 1929. Un anno Dopo olivier si sposa con la sua prima moglie, Jill Esmond. Ma L'incontro della sua vita avverrà nel 1935, quando John Gielgud lo chiamò a interpretare il ruolo di Romeo in un storica messinscena del ''Romeo e Giulietta'' di Shakespeare.
E' Gielgud l'uomo che crederà in lui, lanciandolo come ''enfant prodige'' shakespeariano. ''Quella volta - ha sempre ricordato Gielgud - Olivier aveva interpretato Romeo come se stesse correndo in motocicletta''. Lo spessore dell'artista emerge negli anni successivi in osannati ''Amleto'' e ''Macbeth'' al teatro ''Old Vic'', su quella sponda sud del Tamigi che vide esordire lo stesso genio di Stratford-upon-Avon.
Il successo, la sua bellezza e il suo fascino danno il via in questi anni a una vita sentimentale turbolenta. Poco prima di partire per la guerra, combattuta nei cieli sugli aerei della ''Royal Navy'', divorzia e sposa Vivien Leigh, la Rossella O'Hara di ''Via col vento''. Il passaggio al cinema è già avvenuto con pellicole ''shakespeariane'' di un certo successo e con ''La voce nella tempesta'' di William Wyler. Ma l'esplosione è ancora da venire. Quando torna, assieme a John Burrell e Sir Ralph Richardson, si dedica subito alla ricostruzione del mondo teatrale londinese gestendo l'''Old Vic'' e fondando il ''National Theatre''. Lo stato lo ringrazierà concedendogli nel '47 il titolo di Cavaliere. Continuerà a dirgli ''thanks'' anche dopo, quando nel 1970, primo attore della storia del Parlamento di Londra, verrà nominato Lord a vita.
Dopo la guerra, Olivier ottiene la consacrazione a divo del cinema a livello mondiale, con registi del calibro di Alfred Hitchcock e George Cukor. Tra i suoi film come attore si ricordano ''Il masnadiero'' nel '53, ''Il discepolo del diavolo'' nel '59, ''Gli sfasati'' nel '60, ''Otello'' nel '66, passi gloriosi di una carriera che è proseguita anche dopo con ''Gli insospettabili'' nel '72 e altri.
Come regista, oltre ai classici shakesperiani (''Enrico V'', ''Amleto'', ''Riccardo III'') ha diretto ''Il principe e la ballerina'', interpretato assieme a Marilyn Monroe. Il cinema, tuttavia, non lo distoglie dalla sua grande passione per il teatro. Sapeva fare bene tutto, dai classici ai contemporanei, da Shakespeare a De Filippo. Nel '73, al termine di una rappresentazione di ''Sabato, domenica, lunedi' '', Eduardo era salito sul palcoscenico per abbracciarlo. Ma era stato Lord Olivier, che non ha mai recitato in Italia, a inchinarsi al ''maestro'' napoletano. Quanto alla sua vita familiare, nel 1961 aveva divorziato da Vivien leigh, forse la più tempestosa delle sue relazioni. Aveva poi sposato Joan Plowricht, anch'ella attrice, soprattutto teatrale, che gli ha dato due figlie. Nel 1979 il suo unico Oscar, al complesso della carriera, per la sua vita dedicata allo spettacolo. Poi il tramonto attraverso una lunga via crucis di malattie da lui percorsa ''a denti stretti''. Muore a Londra l'11 luglio del 1989.
L'11 luglio nella storia
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