di Germana Lang e Nello Rega
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Tecnicamente si chiama Operazione “Giotto 2009”, in termini più semplici è la sicurezza attuata per il vertice G8 in corso all’Aquila. Il sistema di “vigilanza” e logistico è garantito dalle Forze Armate che, grazie a 2.500 militari di Esercito, Marina e Aeronautica, controlla la zona con componenti terrestri e aeree. La prima è garantita dal 9° reggimento “Bari” di Trani ed il 1° reggimento bersaglieri di Cosenza. E’ poi schierata una batteria HAWK del 5° reggimento artiglieria contraerei di Rimini.
“L’occhio di sicurezza” è formato anche dai Nuclei IEDD (Improvised explosive detection dog) e unità cinofile dell’Esercito che garantiscono i controlli per scongiurare l’eventuale presenza d’ordigni esplosivi. Alla sicurezza della città dell’Aquila ed in altre zone limitrofe contribuiscono anche 350 alpini del 9° reggimento che dallo scorso 3 maggio conducono l’operazione “Strade Sicure”, per prevenire atti illeciti nelle zone cittadine colpite dal sisma.
I cieli aquilani sono, invece, sotto il controllo di F16, EF2000 e MB339 e elicotteri HH3F, con un radar Matra per la scoperta di eventuali pericoli a basse e bassissime quote, mentre un assetto UAV (Unmanned air vehicle) garantirà in tempo reale il monitoraggio delle aree maggiormente sensibili. La difesa aerea sarà supportata anche da un velivolo per la sorveglianza aerea Nato AWACS.
Una componente sanitaria polispecialistica opererà all’interno della Scuola della GdF di Coppito a diretto sostegno delle delegazioni del G8, provvedendo, in caso di necessità, ad operazioni di aerosgombero con elicotteri e velivoli dedicati.