Era oggi


Stampa

23 luglio

Muore l'imperatore Vespasiano, nasce Giambattista Vico, nasce Josephine de Beauharnais, muore Enrico Cuccia

Nell’aprile del 2006 annuncia che si ritirerà dopo il Campionato del mondo in Germania. Sarà un addio lirico, da 'Forza del destino', quello di Zinedine Zidane, con uno di quei gesti che faceva tanti anni fa il ragazzino Zizou, sull'asfalto della banlieue di Marsiglia: il campione sublime che aveva scherzato come il gatto col topo con Ronaldinho e compagni, decise di andarsene dal calcio tornando direttamente alla casella di partenza.

Quel gusto della reazione, della rissa, del gestaccio, Zizou non l'aveva mai perso nella sua straordinaria carriera, ma solo represso. In due Mondiali e in una Champions gli è tornato prepotentemente su dalle viscere: ha fatto gli occhi da tigre e ha colpito improvvisamente, imprevedibilmente. Ma il gesto, censurato dal mondo intero, non gli ha impedito di vincere un altro pallone d'oro, quello di miglior giocatore del mondiale Fifa.

Taciturno, riservato, mite, sorridente, tutto campo di allenamento e famiglia: a 34 anni (è nato a Marsiglia il 23 giugno 1972) Zidane decise di mettere termine a una carriera stellare, in cui ha vinto tutto con la sua nazionale, con la Juventus e con il Real Madrid. Lui, un numero 10 che nei momenti decisivi c'è sempre stato, che segnò due gol di testa nella finale contro il Brasile di Francia 98, un gol da antologia per regalare la finale di Champions al Real, e che innumerevoli volte ha preso per mano la Juventus con modestia e infinita destrezza tecnica. Eppure, questo percorso straordinario è stato macchiato di rosso così, all'improvviso, senza che nessuno potesse vedere i segnali premonitori di un comportamento fuori controllo. L’arbitro lo espelle perché il giocatore francese aveva colpito con una testata l’azzurro Marco Materazzi.

Una moglie amatissima e tre figli, una carriera luminosa, la soddisfazione di aver sempre scelto dove andare a giocare e a quali condizioni: tutto questo, insieme all'ultima ondata di gloria che lo aveva sommerso dopo le ''veroniche'' ai brasiliani, non è bastato a Zizou. O forse, proprio tutto questo gli ha fatto capire che al calcio di massimo livello, al gioco che gli ha dato fama e denaro, non si può rinunciare a cuor leggero. E, per dispetto a se stesso e al mondo, con la spalla dolente e i rigori da tirare a Buffon ormai imminenti, ha fatto la cosa più imprevedibile, quella che gli veniva spontanea da ragazzino quando lo provocavano. Una testata, anzi no, non proprio perché altrimenti avrebbe fatto altri danni: la testa, quella che in un'altra finale girò due volte il pallone in rete, l'ha lanciata contro il petto dell'avversario davanti agli occhi di tutti, dell'Olympiastadion di Berlino e di due miliardi di telespettatori allibiti.


>>> Guarda la fotogallery

 

Il 23 giugno nella storia

79: Muore l'imperatore Vespasiano 1668: Nasce Giambattista Vico 1763: Nasce Josephine de Beauharnais 2000: Muore Enrico Cuccia

 

 

 

Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.