Se Fiat riuscirà a portare a termine la fusione con Opel non chiuderà nessuno stabilimento in Germania, anche se ci saranno tagli al personale. Lo ha dichiarato Marchionne, ad del Lingotto, che non ha dato cifre sulla riduzione dello staff. Ha però assicurato la restituzione in tre anni di eventuali prestiti statali. "La Opel adesso brucia soldi, per questo hanno chiesto l'aiuto del governo- ha spiegato il numero uno Fiat alla 'Bild'- quindi lo Stato deve intervenire con garanzie pubbliche che però non devono durare a lungo". Sul mantenimento della sede in Germania "la decisione è ancora prematura" ha detto.
Marchionne si sentirebbe "sorpreso" se il governo tedesco desse la preferenza all'offerta concorrente del gruppo austriaco-canadese Magna, che cercherebbe di acquisire un gruppo europeo "con l'aiuto dei russi". "Il nostro piano è serio: fondendo Fiat Chrysler e Opel diventeremmo il secondo gruppo mondiale dopo Toyota". Di fatto il gruppo torinese resta in pole position per l'acquisto di Opel. In corsa, oltre a Magna, ci sarebbero altri 5 concorrenti tra cui due fondi sovrani, di Abu Dhabi e di Singapore.
Critici Cgil e sindacati tedeschi
"E' assurdo, incredibile che la Fiat presenti piani industriali per tutti, anche per gli stabilimenti tedeschi, e non dica quali sono i piani industriali per quelli italiani". E' la denuncia di Rinaldini, segretario dei metalmeccanici Cgil, a proposito dell'acquisizione di Chrysler e Opel da parte della Fiat. Anche in Germania sindacati scettici sulla fusione. Secondo Klaus Franz, leader del consiglio sindacale della casa tedesca, il piano di Marchionne prevederebbe il taglio di 9-10mila posti di lavoro. Secondo Franz è prevista la chiusura dello stabilimento di Kaiserslautern e di altri siti in Gran Bretagna e in Italia.
Fiat interessata anche a Gm in Sudamerica?
L'amministratore delegato del gruppo Fiat, intanto, è arrivato di nuovo negli Stati Uniti. Rientrato a Torino per una breve pausa, è ripartito questa notte per gli Usa a bordo di un volo privato. Le tappe del viaggio sono New York, Washington e Detroit. Al centro del viaggio ci sono i colloqui con il Tesoro americano e con il management della Chrysler. Secondo una fonte industriale italiana ripresa dall'agenzia di stampa Afp, Fiat è "interessata" anche alle attività di General Motors in America latina e "sono in corso colloqui" al riguardo. Interrogato al riguardo, un portavoce della casa automobilistica torinese non ha voluto rilasciare commenti.