Il 3 maggio 1987 Dalida si toglie la vita: riporta alla ribalta il ricordo di una vicenda e dei suoi protagonisti che si stava illanguidendo nella memoria della gente, dopo avere - vent'anni prima - suscitato pietà e anche qualche rimorso.
La sera in cui Luigi Tenco, in un gennaio sanremese popolato di gelo e di note, si uccise accusando il pubblico di preferire alle canzoni ''serie'' i motivetti disimpegnati, Dalida aveva 34 anni ed era da tempo al suo fianco. Fino a quel momento la carriera di questa cantante-attrice era scorsa nel complesso lieta dopo le incertezze degli inizi.
Era nata al Cairo nel 1933 da genitori calabresi. All'anagrafe era Iolanda Gigliotti. Il padre era un ottimo violinista nell'orchestra d'opera della capitale egiziana. Un'infanzia tutto sommato serena ma che era divenuta addirittura felice quando il genitore le permise a 23 anni, di trasferirsi a Parigi per cercare la sua strada specialmente come attrice di cinema, dopo alcune piccole partecipazioni a pellicole egiziane.
Da quel momento la carriera della giovane Iolanda, diventata ''Dalida'', su suggerimento di Lucine Morisse, il direttore di ''Radio Europe 1'' che l' aveva notata ed aiutata, fu tutto un successo. Morisse tra l' altro la impose al pubblico ed anche alla critica organizzando per lei un grande spettacolo all' ''Olympia'' con un programma di canzoni napoletane tradotte in francese tra le quali ''Lazaree'' (che era poi ''Lazzarella'') e ''Bambino'' (che era ''Guaglione'').
Dalida e Morisse si sposarono nel '64 ma il matrimonio durò appena quattro mesi. Successivamente la cantante, diventata francese a tutto gli effetti, allargò il proprio repertorio con successi francesi, come ''Milord'' (la stessa canzone che in Italia impose una milva alle prime armi, con l' impermeabile stretto in vita e il bavero rialzato) e ''le gitants'', oppure successi americani come ''itsi bitsi'' e ''petit kikini'' che le procurarono notorietà europea.
Finalmente - erano i primi anni 60 - Dalida venne in Italia e la sua prima tappa, per una specie di ricerca delle sue radici, fu Serrastretta, in provincia di Catanzaro, dove suo padre era nato. Le cronache dei giornali, nonché i cinegiornali dell' epoca documentarono il delirio con il quale il piccolo paese calabrese accolse la sua ''Iolanda''. In quel periodo Dalida lavorò molto anche alla Rai e in cinema, non trascurando la partecipazione alle grandi competizioni canore italiane.
Sempre in quel periodo il cinema si accorse di lei e Dalida fu chiamata ad interpretare il primo film drammatico della sua carriera, ''La sconosciuta di Hong Kong''. Tuttavia, mentre si faceva strada nel cinema, l'artista soffrì, intorno alla metà degli anni Sessanta, un appannamento di immagine nel mondo della canzone, che era il suo preferito. Lavorando duramente però riuscì a risalire la china con un motivo comico che non era nel suo stile originale.
Portò infatti al successo, tradotto in francese naturalmente, ''La pappa col pomodoro'', che era stata lanciata da rita pavone nel suo ''Giamburrasca'', scritta da un musicista illustre, Nino Rota. Subito dopo Dalida cantò ''La danza di Zorba'' (che lei eseguiva a piedi nudi), inserita nel film ''Zorba il greco''. Questo successo fu di buon auspicio per il trofeo di radiomontecarlo, assegnatole nel 1966: il disco di platino per 10 milioni di dischi venduti.
A quel punto era entrato nella sua vita Luigi Tenco, di un anno maggiore di lei. La storia del loro amore, della dedizione l'uno per l'altra, è una cronaca felice e triste insieme, e si può dire che la sua vita di donna e di artista (pur continuando a lavorare e pur avendo ancora qualche effimero amore), si sia fermata in quella fatale notte di Sanremo del 1967.
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Il 3 maggio nella storia
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