X-MEN LE ORIGINI: WOLVERINE

di Sandro Calice

X-MEN LE ORIGINI: WOLVERINE
di Gavin Hood, Usa-Nuova Zelanda-Australia 2009 (20th Century Fox)
Hugh Jackman, Liev Schreiber, Danny Huston, Will.i.am, Lynn Collins, Kevin Durand, Dominic Monaghan, Taylor Kitsch, Daniel Henney, Ryan Reynolds.

L'eroe dovrebbe essere forte, nobile, senza macchia né paura. Wolverine è diverso. Non ha chiesto di essere un eroe, è nato con poteri che sono anche la sua maledizione: artigli retrattili sulle mani, sensi ipersviluppati, un fattore di guarigione che lo protegge da ferite, veleni e dalla vecchiaia, e una furia animale che fatica a tenere a bada. “Sono il migliore in quello che faccio, ma quello che faccio non è piacevole”, dice. Da anni è uno dei personaggi a fumetti più amati del mondo e questo film, a tutti gli effetti un prequel della trilogia degli X-men, ne racconta la nascita, più di 150 anni fa.

Logan, nato come James Howlett, scopre i suoi poteri da bambino, tragicamente. Scopre anche che Victor (Schreiber) è suo fratello, che è come lui ma più feroce. Insieme, indistruttibili, combattono nella Guerra civile americana e poi nella prima e seconda guerra mondiale, fino al Vietnam. Qui vengono notati e reclutati dal colonnello William Stryker (Huston) che chiede loro di far parte del Team X, una squadra di mutanti per operazioni sporche. Logan non sopporta quei metodi e lascia il gruppo. Si rifugia sulle montagne canadesi, dove si ricostruisce una vita con Kayla Silverfox (Collins). Ma Stryker (che abbiamo conosciuto in X2, dove ci viene svelato il perchè del suo odio per i mutanti) ha altri progetti per lui. Logan è perfetto per diventare Arma X, il soldato invincibile, grazie a un'operazione che rivestirà di adamantio, il metallo più resistente del mondo, le sue ossa. Bisognerà soltanto trovare il modo di convincerlo, e c'è sempre il rischio che l'indicibile dolore dell'operazione porti Logan a cedere per sempre al suo lato bestiale.

Gavin Hood (“Il suo nome è Tsotsi”, “Rendition”) prende i semi sparsi da Brian Singer nei tre precedenti X-men e cerca di approfondire la psicologia del personaggio aggiungendoci quel tipo di azione che i fan si aspettano da Wolverine e che un po' erano mancate negli altri film. Jackman, che è anche produttore, dopo massacranti sedute in palestra è fisicamente perfetto nella parte (se si passa sopra il dettaglio che il Logan dei fumetti è altro 30 cm di meno): altro che, per fare un contro esempio, quell'insopportabile di Tobey McGuire nei panni di Spiderman. I comprimari sono all'altezza: su tutti un bravissimo Schreiber/Sabretooth-Victor Creed, ma anche Kitsch nelle vesti di Gambit/Remy LeBeau e Reynolds in quelle di Deadpool/Wade Wilson. Il risultato è un buon film fantastico e d'azione, con personaggi destinati a restare nella memoria e a essere sicuramente riproposti in altri, presumibili, sequel. Quello che continuiamo a non capire, per questo come per molti dei film tratti da fumetti di supereroi, soprattutto della Marvel, è questa (narcisistica?) abitudine di sceneggiatori e registi di riscrivere decenni di storie che hanno decretato il successo dei personaggi e che hanno conferito loro una psicologia così forte e affascinante che basterebbe riproporla tale e quale sullo schermo per creare caratteri immortali. Non è un discorso da appassionati, e infatti non vi annoiamo elencandovi le tante, fondamentali, differenze tra il film e il fumetto. Ma per darvi un'idea, è come se si riscrivesse un classico, come mettere Don Chisciotte su una motocicletta invece che a cavallo: sarebbe più “moderno”, e a qualcuno piacerebbe. Ma l'originale è meglio.