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1° maggio

Nasce Joseph Addison, nasce Ignazio Silone, nasce Giovannino Guareschi, muore Joseph Goebbels

Nel calcio sarebbe stato Diego Maradona, nel tennis Boris Becker, nel basket Michael Jordan, personaggi che nella loro avventura hanno condensato l'essenza dello sport. Ayrton Senna avevano cominciato a chiamarlo ''magic'' prim'ancora che vincesse il mondiale. Magico per l'irruenza alla Villeneuve, magico per la sensibilità di guida alla Nuvolari, magico per la capacità di farsi amare dal popolo dei motori.

All' inizio della carriera c'era chi lo detestava per il carattere, a volte bizzoso, a volte perfezionista, comunque singolare. In F1 cominciò guidando una Toleman Hart, macchina senza pretese. Ma sotto la pioggia di Montecarlo 1984 quasi agganciò l'Alain Prost che quell' anno avrebbe perso il mondiale per mezzo punto da Niki Lauda. Era la dimostrazione del talento puro.

Nei bar dell'automobilismo l'eterna questione è se conti di più il pilota o la macchina. Senna l' ha sciolta: con lui al volante anche un calesse sarebbe diventato competitivo.

''La sconfitta? Non l' accetto. Non ce la faccio. Anche se cerco sempre di trovare qualcosa di positivo, di imparare''. Lo disse a metà del campionato '93, quando era chiaro che la sua McLaren non avrebbe potuto impedire alla Williams di Prost, l'eterno avversario, di vincere il mondiale. Ed essere secondo non gli bastava.

Tre volte campione del mondo (1988, 1990 e 1991), in dieci anni di carriera ha disputato 161 gran premi (vincendone 41) e conquistato complessivamente 614 punti. Nell’anno della sua morte (avvenuta il 1° maggio 1994 durante il GP di San Marino), dopo sei stagioni consecutive con la McLaren, era finalmente riuscito a salire sulla Williams, la macchina che gli avrebbe dovuto permettere di conquistare il quarto casco iridato, ma il destino decise diversamente.

Ayrton Senna era nato il 21 marzo 1960 a San Paolo del Brasile. Figlio di Milton Da Silva, ricco proprietario terriero e uomo d' affari, e di Neide Senna, Ayrton aveva cominciato presto ad occuparsi di automobili. Ad appena quattro anni, quando gli altri bambini giocano con orsacchiotti e automobili di plastica, Ayrton ricevette in regalo dal padre, che lo ha sempre molto incoraggiato verso lo sport delle quattro ruote, un kart. A 11 anni il futuro campione del mondo di F1 cominciava le sue prime gare con le piccole ruote scoperte, diventando nel '77 campione sudamericano della specialità. Nel 1978 si trasferì in Europa approdando in una prestigiosa scuderia italiana di kart per la quale Ayrton corse alcuni anni imparando molto bene la lingua italiana. Nel 1981 lasciò i kart e l' Italia per trasferirsi in Inghilterra e correre nelle prime vere formule automobilistiche.

Nell'81 ottenne dodici vittorie nella Formula Ford, nell' 82 diventò campione europeo di Formula 2000. Nell' 83 passò alla Formula 3. Fino ad allora era conosciuto nel mondo delle corse col solo cognome del padre, Da Silva, ma poi il giovane brasiliano assunse il cognome della madre, Senna, e con questo si fece conoscere e apprezzare sin dal debutto in F.1 che risale al Gran Premio del Brasile del 25 marzo 1984 con la Toleman Hart.

In quella prima stagione già al terzo Gran Premio (a Zolder in Belgio il 29 aprile) conquistò il suo primo punto mondiale con un sesto posto a due giri dal vincitore Michele Alboreto su Ferrari e si mise in luce come futuro campione al sesto G.P., piazzandosi secondo alle spalle di Alain Prost (che con la McLaren avrebbe poi perduto di mezzo punto il titolo a favore del compagno di squadra Niki Lauda) nel G.P. di Montecarlo sospeso per pioggia al 31/o dei 76 giri previsti. Senna in quel gran premio si guadagnò il soprannome di mago della pioggia, grazie ad un incredibile giro più veloce sull' acqua. A fine stagione fu nono nella classifica mondiale con 13 punti a pari merito col britannico (allora della Lotus) Nigel Mansell.

Nel 1985 Senna prese il posto proprio di Mansell (passato alla Williams) nella scuderia britannica ed il 21 aprile all'Estoril (di nuovo sotto la pioggia) ottenne la prima delle sue 32 vittorie, battendo Alboreto e Tambay.

Il 15 settembre a Spa vinse il GP del Belgio davanti a Mansell e Prost, che a fine stagione si sarebbe laureato per la prima volta campione mondiale. Senna fu quarto nella classifica finale con 38 punti. Ancora quarto nel 1986 caratterizzato dal duello Prost-Mansell, fu terzo nel 1987.

Nel 1988 il brasiliano passò alla McLaren ed arrivò al primo titolo iridato: Prost, suo compagno di squadra, accumulo' ben 10 punti mondiali (contro i 94 di Senna), ma fu relegato al secondo posto dal meccanismo degli scarti. Proprio ad Imola cominciò la ''faida'' tra i due piloti. L' accordo di scuderia era quello di non sorpassarsi. Senna l'ignorò e quella che fu la prima delle sue tre vittorie al Santerno (le altre nel 1989 e nel 1991) fece da innesco per una rivalità inevitabile.

Nel 1989 i rapporti personali tra Senna e Prost si deteriorarono fino a scadere nella ''guerra verbale'' e Prost vinse il suo terzo titolo grazie alla squalifica di Senna nel G.P. del Giappone, dopo uno scontro tra i due alla chicane del sestultimo giro. Nel 1990 la vendetta: alla prima curva del primo giro Senna e Prost si scontrarono e finirono fuori pista, ma stavolta il titolo ando' al brasiliano, il suo secondo. Quella stessa curva anche nel 1991 fu decisiva per Ayrton: lì, infatti, Mansell uscì di pista dandogli matematicamente il terzo casco iridato.



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Il 1° maggio nella storia

1672: Nasce Joseph Addison  1900: Nasce Ignazio Silone 1908: Nasce Giovannino Guareschi 1945: Muore Joseph Goebbels

 

 

 

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