di Emanuela Gialli
"Entro maggio contiamo di recuperare alcune strutture per avere 100 posti letto". Lo ha annunciato il direttore generale dell'Ospedale San Salvatore dell'Aquila Roberto Marzetti, in un'intervista rilasciata a Televideo al termine dell'audizione davanti alla commissione parlamentare d'Inchiesta.
Marzetti, è vero che, prima ancora della decisione del Premier, aveva chiesto di portare l’ospedale da campo previsto per il G8 all’Aquila?
Sì, è vero.
Perché ha bisogno di questa struttura mobile? In base alle agenzie, lei vorrebbe tenerlo per due o tre anni. Perché? Quali tempi prevede per il recupero dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila?
Abbiamo delle strutture che possiamo recuperare in un arco di tempo ragionevole: una parte entro il 31 maggio, un’altra entro il 31 agosto. Poi ci sono delle strutture che hanno avuto danni più rilevanti e su queste è difficile fare una previsione precisa. Perché molti pilastri sono all’interno delle murature quindi noi avremo la certezza del danno quando demoliremo i tramezzi. Noi abbiamo un programma, che abbiamo anche illustrato alla Commissione d’Inchiesta del Senato (Commissione parlamentare d’Inchiesta sull’efficienza del Servizio Sanitario nazionale, ndr). Entro il 31 maggio saranno disponibili 100 posti, più la diagnostica per immagini tra qualche giorno, e un’area da destinare ai poliambulatori. Sempre entro la fine di maggio, potranno essere utilizzate due delle dieci sale operatorie dell’Ospedale.
Chi sosterrà i costi per questi lavori?
Li sosterremo noi, perché abbiamo un’assicurazione che copre fino a 50 milioni di euro. E comunque i costi sono contenuti, perché si tratta, nella prima fase, solo di rimuovere i contro soffitti e riparare qualche crepa nei muri. La seconda fase, di demolizione e ricostruzione è più impegnativa e per il momento non siamo in grado di quantificarne i costi.
Quanti reparti dovranno essere sottoposti a questo tipo di intervento?
Circa un terzo dell’intero complesso ospedaliero.
Voi comunque avete l’assicurazione che copre fino a 50 milioni di euro…
Sì, non solo l’ospedale, ma tutte le proprietà della Asl dell’Aquila.
Quali sono?
L’ex manicomio a Santa Maria di Collemaggio, complesso molto ampio di 14 ettari, con 9 palazzine, e l’ex Inam, un palazzo di 5 piani, 8-9 mila metri cubi. E poi la Asl è proprietaria di molte cose, frutto di donazioni, nel corso degli anni: appartamenti, negozi…
L’assicurazione copre tutti questi immobili di cui la Asl è proprietaria?
Sì esatto. Di una parte di questi immobili per la verità la Regione ha disposto la vendita per riparare i danni. Poi, dimenticavo, c’è il vecchio San Salvatore, che è stato abbandonato, al centro della città. Noi abbiamo provato a metterlo in vendita…
Avete quantificato i danni per tutto questo patrimonio immobiliare?
Intorno ai 50-60 milioni.
Dunque l’assicurazione non ce la farebbe… Vi conviene di più venderli questi immobili… Quali vi dovete tenere, comunque?
Quelli frutto di donazione, con vincolo di destinazione. Come ad esempio l’ex struttura di sanità mentale. Ci sono degli immobili i cui proventi, di affitto o di vendita, vengano destinati a finanziare la cardiologia. Quello che sta emergendo in queste ore è l’ipotesi, presa in esame insieme agli enti locali, di realizzare ex novo una struttura. Però l’Ospedale San Salvatore è già costato tanto…. Io ho comunque il progetto di recuperare la struttura esistente, devo portarci i pazienti. Per un ospedale nuovo ci vogliono tempi lunghi.
Nel frattempo si può utilizzare una parte del San Salvatore, l’ospedale da campo del G8 ed eventualmente prendere in affitto, come si è sentito nelle ultime ore, la clinica privata convenzionata di Preturo?
No. Con l’assessore (alla Sanità della Regione, ndr) abbiamo deciso di non prenderla in affitto, ma di mandare le equipe chirurgiche dell’ospedale a fare lì gli interventi programmati. L’ospedale da campo e le due sale che recupererete alla fine di maggio non bastano dunque.
Perché? Qual è il bacino di utenza della Asl dell’Aquila?
E’ di 104.000 abitanti, esclusa la provincia, che è coperta da Avezzano.
Riepiloghiamo: entro il 31 maggio 100 posti letto, poliambulatori e 2 sale operatorie funzionanti. Entro il 31 agosto...
Altri 100, più i 100 posti dell’ospedale da campo. In tutto 300 posti letto.
Ma per quanto potrete tirare avanti in questo modo?
Noi avevamo in tutto, prima del sisma, circa 400 posti. Certo siamo sotto le nostre potenzialità, ma è una buona dotazione.
Lei da quanto è direttore generale dell’Ospedale San Salvatore?
Dal gennaio 2006.
Ci sono voluti oltre 20 anni per costruirlo…
Trent’anni… Non dovuti al ritardo nella costruzione, ma per il ritardo nei finanziamenti.
Il costo è triplicato rispetto a un numero di posti letto che nel corso degli anni si è invece dimezzato...
Ma questo accadeva quando L’Italia stava fuori dal mondo. Quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito un parametro rispetto alla popolazione, 4,5 per mille i posti letto sono stati ridimensionati.
Perché è crollato l’ospedale?
L’ospedale non è crollato.
Ma è stato chiuso.
Solo in via precauzionale. Nessuno dei degenti è rimasto? Nessuno. Perché alcuni pilastri non abbiano tenuto, non lo so. C’è un’inchiesta della Procura, lo stabilirà la Procura.