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Montalcini, 58 anni fa la scoperta che le fece vincere il Nobel

Era il 1951 quando scoprì l'Ngf, il fattore di crescita delle cellule nervose. Una proteina che, ancora oggi, non smette di stupire

  Ha 58 anni ma è un sempreverde, il fattore di 
  crescita delle cellule nervose (Ngf). Per la sua 
  scoperta, avvenuta nel 1951, Rita Levi Montalcini 
  ha vinto il Nobel nel 1986 con Stanley Cohen e 
  ancora oggi questa proteina non finisce di stupire.
  La rigenerazione delle cellule nervose per una 
  futura cura della sclerosi multipla è fra le 
  prospettive aperte dall'Ngf, come il controllo dei 
  meccanismi di apprendimento e memoria.

  Ad esempio, è stato eseguito nel 2001 negli Stati
  Uniti il primo intervento di terapia genica nel 
  cervello per riattivare neuroni atrofizzati 
  dall'Alzheimer. L'Ngf è il capostipite della famiglia
  dei fattori di crescita e Rita Levi Montalcini non si è
  mai stancata di ripetere che ''l'Ngf svolge il ruolo 
  di modulatore centrale di tutti i sistemi che hanno
  una funzione importante nel regolare l'equilibrio 
  fra l'organismo e l'ambiente esterno e che, in 
  determinate condizioni, può riparare danni nel 
  sistema nervoso, in quello endocrino e in quello 
  immunitario''.

E' un vero e proprio regista biochimico ''preposto - ha detto più volte il Nobel - all'equilibrio dei grandi sistemi dell'organismo''. L'Ngf, insomma, non si limita ad agire durante lo sviluppo embrionale, controllando la crescita delle cellule nervose, ma svolge un ruolo importante anche nell'organismo adulto. Per questo motivo Rita Levi Montalcini ha insistito per anni perché si avviasse la produzione di Ngf umano da utilizzare a scopo di ricerca, in vista di un futuro impiego terapeutico. Ed è stato proprio il suo gruppo a fare il primo passo in questa direzione, ottenendo l'Ngf umano da cellule di farfalla. Soprattutto negli ultimi 20 anni numerose ricerche hanno dimostrato come l'Ngf potrebbe avere un ruolo chiave nel controllare fattori di crescita coinvolti in malattie autoimmuni come sclerosi multipla, psoriasi e artride reumatoide.

Il legame con le difese dell'organismo è stato dimostrato anche per lo stimolo che l'Ngf esercita su cellule immunitarie chiamate mastociti, e poi con la scoperta che l'Ngf promuove la replicazione del virus dell'Aids nelle cellule nervose. Fin dall'inizio è apparso chiaro anche il legame fra Ngf e stress, studiato anche in test condotti nel 2005 a bordo della Stazione Spaziale Internazionale dall'astronauta italiano Roberto Vittori, durante la missione Eneide.

Oggi le possibili applicazioni dell'Ngf sono numerosissime: comprendono malattie della cornea, terapie antidolore, riparazione delle lesioni nervose provocate dal diabete e responsabili della perdita di sensibilità agli arti, e poi glaucoma, ulcere cutanee, malattie renali e asma infantile. Con l'Ngf si sono risvegliate le staminali dei neuroni e si è aiutato il cuore dopo un infarto. Uno spray all'Ngf si è dimostrato efficace contro le piaghe da decubito.

L'Ngf ha fatto anche incontrare medicina occidentale e medicina cinese per lo studio di malattie infiammatorie e neurodegenerative e uno studio recente dell'università di Pavia ha additato questa molecola tuttofare come il motore dell'innamoramento e della passione.