Terremoto in Abruzzo


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Chiodi: priorità è ricostruire

Intervista al presidente della Regione Abruzzo chiodi_296

di Emanuela Gialli

In quali attività siete impegnati in queste ore?

La prima continua a essere quella di cercare di salvare delle persone se ancora ci sono, se ancora sono vive e non possiamo escluderlo.

La seconda, già completata, di installazione delle tendopoli e la sistemazione delle persone negli alberghi della costa, dove sono disponibili circa 14 mila posti. Stiamo ora cercando di sistemare al meglio queste tendopoli, dando assistenza sanitaria, con qualche comfort in più, ad esempio le docce.
Terzo, stiamo iniziando una procedura per la valutazione dell’agibilità di ogni casa, appartamento, chiesa, di ogni locale pubblico. Sono impiegati in questa attività 1500 tecnici, che hanno cominciato a controllare le frazioni limitrofe. Stiamo coinvolgendo i sindaci per avere una migliore organizzazione. Riteniamo di aver raggiunto un livello straordinario per quanto riguarda la gestione dell’emergenza, in queste prime ore dal terremoto.

Da lunedì, subito dopo Pasqua, cominceremo a pensare alle tecniche per la ricostruzione, che ovviamente sono, saranno, tutte da inventare perché un caso di questo genere non è mai accaduto, un capoluogo con 60 mila abitanti, colpito così, proprio nel cuore. Quindi è tutto molto più delicato da gestire e il numero degli edifici da ricostruire è molto più imponente, rispetto ad altri terremoti avvenuti in Italia. Secondo Bertolaso, anche le caratteristiche architettoniche e monumentali rendono unico l’evento.

Acqua e luce non mancano oppure sono state danneggiate le strutture?
No, non mancano. Ci sono state e ci sono situazioni di difficoltà, nelle tendopoli, però vengono gestite al momento. Per l’acqua non c’è problema. Stiamo controllando se ci sono danni alle condutture. Stiamo anche controllando ogni due ore la qualità dell’acqua. E’ una precauzione in più.

Ci sono rischi di incendi?
No. Se non ci saranno altre scosse, come quelle che ci sono state, non ci dovrebbero essere problemi di incendi.

Quanti si sono effettivamente trasferiti negli alberghi del litorale. Abbiamo notato che la popolazione è un po’ restìa a lasciare i luoghi dove è nata e vissuta.
Fino a martedì sera erano 907. I flussi non sono molto consistenti. Ma una volta che c’è una risposta efficiente per quanto riguarda le tendopoli potrebbe essere un’alternativa, che io preferirei, ad esempio, se fossi un cittadino aquilano. Certo non saranno come un albergo, ma si starà vicino ai propri cari e alla propria comunità.

Quanti potranno rientrare nelle loro case, non solo all’Aquila, ma nelle frazioni e nei comuni limitrofi? Perché quello che ha stupìto di questo terremoto è l’entità dei crolli. Lei ha ragione. Ma non sono solo i crolli, perché i crolli sono stati significativi, ma molto più significativo è il numero delle case lesionate, che non sono crollate ma che sono assolutamente inagibili. E queste sono la maggior parte, ovviamente.

In che percentuale?
Non si può dire. E’ comunque molto più alta la percentuale delle case lesionate in forma grave, ma fortunatamente non crollate, altrimenti i morti sarebbero stati molti di più. Abbiamo avuto più di 150 persone estratte dalle macerie. Se fosse crollato tutto il centro storico dell’Aquila…..Stiamo parlando di 15 mila persone…..

Lei dunque è ottimista per quanto riguarda la possibilità di recuperare alcune abitazioni, anche pericolanti. Però i tempi sono lunghi.
Questa emergenza sarà molto lunga. Ogni ipotesi adesso sarebbe azzardata. I tecnici stanno facendo questo tipo di valutazioni. Sempre che questo terremoto ci lasci in pace per i prossimi giorni, perché altrimenti le cose potrebbero aggravarsi. Dalla ricognizione (sulla stabilità degli edifici, ndr), che potrà durare anche 15-20 giorni, avremo dati più affidabili. Comunque, ad occhio, quello che si può vedere, è che avremo costi altissimi. Il presidente Berlusconi ha detto che questa sarà una priorità per il governo e per la nazione, a costo di ritardare altre scelte infrastrutturali.

Gli ospedali sono tutti ancora pronti? Quello di Avezzano sembra sia vicino al collasso..
Non esageriamo. Quello che non manca in Abruzzo sono gli ospedali.