di Nicola Iannello
Domenica “spezzatino” fortunata per le milanesi. Nel posticipo il Milan vince 2-0, con due gol nel recupero, in casa contro il Lecce e respinge l’assalto al terzo posto di Genoa e Fiorentina (passate rispettivamente a Reggio Calabria e a Bergamo). Nella partita delle 19, l’Inter passa 1-0 a Udine e si porta a +9 sulla Juventus, fermata sul pari casalingo dal Chievo dello scatenato Pellissier.
Cominciamo dalla capolista, che al “Friuli” coglie tre punti d’oro con il minimo sforzo: addirittura si risparmia anche quello di segnare il gol della vittoria, sfruttando un’autorete di Isla. l’Udinese forse era già con il pensiero rivolto al Werder Brema. Formazioni condizionate dagli infortuni degli impegni internazionali. Marino deve sopperire all’assenza di mezza difesa e di Di Natale: in retroguardia si affida a Isla, Zapata, Felipe e Pasquale, in avanti a Pepe, Floro Flores e Quagliarella. Il gioco lo conducono Asamoah, ispirato, e D’Agostino. Mourinho non ha Maicon e mette Maxwell sulla sinistra, con Santon a destra. A centrocampo spazio a Muntari, con Stankovic dietro le punte Ibrahimovic e Balotelli. Il primo tempo è a ritmo davvero basso. L’Inter sembra venuta al “Friuli” per spendere meno energie possibile. Fanno qualcosa di più i padroni di casa, ma Julio Cesar non deve sudare più di tanto. Sospetti per un contatto tra Quagliarella e il portiere brasiliano in area interista, ma il signor Banti decide di non intervenire (il portiere non tocca il pallone, ma l’attaccante dell’Udinese sembra cercare il corpo dell’avversario con la gamba).
Nel secondo tempo il ritmo sale, soprattutto per iniziativa dei padroni di casa. Quagliarella chiama all’intervento Julio Cesar con una girata dal limite, alzata sopra la traversa dall’attento estremo brasiliano. Al 65’ Inter vicinissima al gol: palla dentro di Ibra per Stankovic che a 3 metri dalla porta tocca fuori; il portiere dell’Udinese non trova il pallone ma solo il contatto con il serbo e resta a terra per un po’, ma poi si riprende Al 69’ Figo e Vieira rilevano Balotelli e Santon. Tra l’altro, il francese viene subito ammonito per una forbice da dietro su Asamoah. Ma il suo inserimento si rivelerà la carta vincente, calata da Mourinho. L’Inter trema quando Julio Cesar richiama l’attenzione dei sanitari: si fa massaggiare alla coscia destra, ma non basta: Toldo deve fare il suo esordio in campionato tra i pali nerazzurri. Al 77’ c’è il colossale pasticcio della difesa bianconera che decide la partita: Ibra tocca dentro per Vieira che però non ha un controllo felice davanti a Belardi e allargandosi cade, ma il pallone va a incocciare il piede di Isla e rotola in porta. L’Inter si trova inaspettatamente in vantaggio, sfruttando una specie di “non occasione”. Una beffa atroce per l’Udinese che ora deve rincorrere. Marino getta nella mischia Obodo al posto di Inler. I bianconeri cercano di spostare il baricentro in avanti, ma non sembrano trovare le energie. Il lungo recupero – 6 i minuti extra concessi da Banti – vede un gran numero di Ibrahimovic che scarica un diagonale da fuori di poco a lato della porta di Belardi e un’occasionissima per l’Udinese: Obodo fallisce di poco il bersaglio di testa, dopo una buona iniziativa di Ighalo sulla destra. Finisce con l’Inter che cuce un altro pezzo di tricolore sulla maglia e l’Udinese che il tricolore lo dovrà difendere giovedì in Coppa Uefa contro il Werder Brema.
Nel posticipo del “Meazza”, il Milan deve aspettare i minuti di recupero per aver ragione del Lecce, penultimo in classifica. Decidono un gol fortunoso di Ronaldinho (91’), che tocca di testa un’incornata di Senderos su punizione dalla destra (sul brasiliano una spinta che forse meritava di essere punita col rigore) e il solito Inzaghi (93’), che sempre di testa mette dentro un cross da sinistra del subentrato Shevchenko. Senza i minuti di recupero, parleremmo di un Milan deludente. Kakà ha giocato dietro a Pato e a Inzaghi ma non è riuscito a far scoccare la scintilla. Gli uomini di De Canio – in tribuna per squalifica – si sono difesi con ordine, a protezione di Benussi. Negli ultimi minuti del primo tempo, una cavalcata di Pato sulla sinistra per poco non frutta il gol, ma il diagonale del “Papero” termina fuori. Nella ripresa il Milan non riesce a cambiare ritmo, neanche con gli innesti di Ronaldinho per Seedorf e di Shevchenko per Kakà. Nel finale è addirittura il Lecce a rendersi pericoloso, con una girata di testa di Tiribocchi, sporcata in angolo da Senderos (entrato nel primo tempo per un Maldini acciaccato). Ronaldinho chiama Benussi al gran volo su punizione dal limite. Poi, nel recupero, l’uno-due che regala tre punti alla squadra di Ancelotti e lascia il Lecce nel baratro.