Di Carla Toffoletti
Con 80 opere provenienti dalle maggiori collezioni pubbliche russe, si apre il 4 aprile a Como, a Villa Olmo, una grande mostra sull'avanguardia russa dei primi decenni del '900. Kandinsky, Chagall, Malevic e Filonov. Artisti che pur con diverse sensibilità si sono allontanati dal linguaggio dell'arte della tradizione, uniti da uno slancio rivoluzionario, che si trasformò poi in disillusione dopo la svolta realistica imposta da Stalin nel 1934. Cambiamenti storici e culturali raccontati in oli, tempere e disegni provenienti dai più grandi musei russi e che saranno in mostra fino al 26 luglio.
"Noi siamo il nuovo"
Un percorso espositivo accompagnato da frasi che esprimono il pensiero degli artisti."Noi siamo la supremazia del nuovo", scrive Malevic nel 1920. La mostra apre con le opere di Chagall, "L'ebreo russo", "Lo specchio", "Gli amanti in blu" per arrivare ai pezzi più prestigiosi, i dipinti astratti di Kandinsky "Due Ovali", "Overture. Bordo viola" e il trittico realizzato con oli su vetro e dedicato alle amazzoni.
Con Malevich si giunge al cuore dell'esposizione per poi chiudere con il meno conosciuto (al popolo italiano) Filonov, maestro dell'arte analitica e cultore del dettaglio. Voleva riflettere il mondo, ma analizzandolo in profondità.
Le avanguardie russe
"Proprio oggi che si celebrano le avanguardie, il futurismo, il nuovo- dice a Televideo Sergio Gaddi, curatore della mostra- non potevano mancare questi grandi autori russi che hanno operato una distruzione del mondo passato e il ribaltamento verso il futuro, dai primi del Novecento agli inizi degli anni Trenta".
Il percorso narrativo- aggiunge- è frutto degli stessi artisti. Abbiamo selezionato le frasi più significative e le abbiamo riportate nella mostra. E' l'artista che parla di sè. La scommessa è stata Filonov, autore visionario e apocalittico, poco noto ma fondamentale per le innovazioni espressive".
"Sono esposti capolavori assoluti- ci dice Gaddi -ma il cuore narrativo della mostra sono le 23 tele di Malevic. Opere come 'La mucca e il violino', 'Quadrato rosso' e 'Il riposo' ci consentono un'analisi dettagliata di tutta la sua produzione artistica, dalle tele suprematiste, alla svolta figurativa degli anni trenta rappresentata da 'La testa di contadino'del 1928". Chagall, Kandinsky e Malevic - commenta Gaddi- allontanano il linguaggio dell'arte dalla tradizione, superando l'impressionismo francese, per dare vita al cubofuturismo, alle tensioni del suprematismo e alla modernità rarefatta dell'astrattismo".