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di Emanuela Gialli
Pietro Benvenuti, protagonista dell'arte toscana tra Settecento e Ottocento, in mostra a Firenze, a Palazzo Pitti, dal 10 marzo al 21 giugno.
Benvenuti, nominato pittore di corte da Elisa Baciocchi, granduchessa della Toscana e sorella di Napoleone Bonaparte, fu allievo dell'Accademia di Belle Arti di Firenze,di cui divenne direttore nel 1807, incarico che conservò fino alla sua morte.
La mostra mette a confronto le opere più significative di Benvenuti, con quelle dei suoi primi maestri e degli artisti dell'Accademia dei Pensieri di Roma, dove completò la sua formazione.
Negli anni romani in cui si caratterizzò come pittore classicista, Benvenuti realizzò i primi importanti saggi: La Giuditta per il Duomo di Arezzo, sua città natale, e il Martirio del Beato Signoretto Alliata per quello di Pisa.
Alla parentesi napoleonica risalgono La morte di Priamo, Il giuramento dei Sassoni ed Elisa e gli artisti, opere che preludono alle imprese decorative per l'ammodernamento di Palazzo Pitti, in particolare della Sala d'Ercole, ultimata durante la Restaurazione.
Benvenuti fu anche pittore ritrattista, particolarmente efficace nella messa a fuoco dei caratteri e degli ambienti.
La vocazione classicistica di Benvenuti si espresse nella composizione di temi mitologici.
Leopoldo II di Lorena gli affidò l'incarico di completare le decorazioni della cupola della Cappella dei Principi nella Basilica di San Lorenzo, pro- prio mentre a Firenze la querelle tra classici e romantici raggiungeva il suo apice, spingendo lo stesso Leopoldo II a interessarsi ai nuovi artisti, usciti dall'Accademia, diretta dal classicista Benvenuti, "Pittore alla corte di Napoleone e dei Lorena".