Nata a Roma nel 1955 (padre giornalista e madre scultrice di origini estoni) Francesca Romana Rivelli esordisce a soli 15 anni grazie a Damiano Damiani: il regista la vuole come protagonista del film ‘La sposa più bella’ ed è allora che le dà il nome d’arte di Ornella Muti, Muti come la protagonista de ‘Il piacere’ di Gabriele D’Annunzio.
E’ il 1970: veste i panni di Francesca Cimarosa, ragazza realmente esistita che si ribella alle leggi dell’antica cultura siciliana. Il film la fa subito conoscere al pubblico, rapito dalla bellezza non comune, dalla sua sensualità e dagli occhi da gatta. Dal set di Damiani, quindi, a quello di Fernando Di Leo, con il quale gira ‘Il sole nella pelle’ e ‘Un posto ideale per uccidere’ (1971) e dall’Italia alla Spagna con film come ‘Un solo grande amore’ e ‘Esperienze prematrimoniali’. Nello stesso periodo, comincia l’esperienza dei fotoromanzi insieme alla sorella, Claudia Rivelli, già famosa in coppia con Franco Gasparri. E’ il 1974 a segnare una svolta: Mario Monicelli la chiama per la parte di Vincenzina in ‘Romanzo Popolare’, moglie giovane e bella dell’operaio Ugo Tognazzi in una Torino fredda e nebbiosa.
Arrivano così la popolarità e le esperienze al fianco di attori del calibro di Vittorio Gassman, con il quale recita in ‘Come una rosa al naso’, e di nuovo con Ugo Tognazzi per ‘La stanza del vescovo’ e ‘Primo amore’, entrambi di Dino Risi. E’ poi la volta de ‘L'ultima donna’ di Marco Ferreri, con Gerard Depardieu. (1976), de ‘I nuovi mostri’ di Monicelli-Risi-Scola, candidato al Premio Oscar quale Miglior Film Straniero nel 1978, e di ‘Eutanasia di un amore’, tratto dall’omonimo romanzo di Saviane, in cui recita con Tony Musante.
Marco Ferreri la chiama di nuovo nel 1981, per la parte di protagonista in ‘Storie di ordinaria follia’, tratto dall’omonimo romanzo di Charles Bokowski: è una giovane prostituta autolesionista, vittima di una bellezza che la soverchia e non consente agli altri di amarla per quello che lei davvero sente di essere. E ancora nell’84 per ‘Il futuro è donna’. Intanto (è il 1980), Dino De Laurentiis decide di imporla anche in America e la inserisce nel cast di Flash Gordon nel ruolo della figlia del Ming Max von Sydow. Ma il film è un flop clamoroso e lei torna in Italia per diventare partner professionale di Adriano Celentano, con il quale recita in 'Il bisbetico domato' e 'Innamorato pazzo' di Castellano e Pipolo, e di Renato Pozzetto insieme al quale partecipa ai film 'Nessuno è perfetto' e 'Un povero ricco' di Pasquale Festa Campanile. Ripete l’esperienza con Campanile in ‘La ragazza di Trieste’, dove, in coppia con Ben Gazzara, interpreta la psicotica Nicole. E’ il 1984 ed è l’anno di 'Un amore di Swann' di Volker Schlöndorff, in cui, insieme a Jeremy Irons, Fanny Ardant, Alain Delon, interpreta l'enigmatica Odette, l'amore impossibile di Proust. Arriva così il cinema ‘serio’: ‘Cronaca di una morte annunciata’ di Francesco Rosi, ‘Codice privato’ di Citto Maselli, ‘O' Re’ di Luigi Magni e ‘Il viaggio di Capitan Fracassa’ di Ettore Scola, tutti della seconda metà degli anni Ottanta.
Nel filone del cinema americano rientrano invece Oscar - Un fidanzato per due figlie e Sette criminali e un bassotto (1991). Molto conosciuta in Francia, appare spesso nella televisione transalpina sia come attrice di fiction sia come modella per pubblicità. A partire dagli anni '90, però, la sua carriera ha un netto declino, complice la fine della commedia all'italiana degli anni '80. Nel 1992 prende parte a Non chiamarmi Omar, commedia diretta da Staino a partire dal romanzo ‘Nudi e Crudi’ di un altro vignettista, Altan. Il film, costellato da episodi divertenti e con un cast ricchissimo (Gianni Cavina, Stefania Sandrelli, Elena Sofia Ricci, Gastone Moschin...) e distribuito dall'allora Istituto Luce - Italnoleggio Cinematografico, dopo una sortita al Festival di Venezia nel 1993 (sezione "Eventi") non ha grande seguito in sala.
L'anno dopo usce in Italia, Spagna e Sud America ‘L'amante bilingue’ girato col regista Vicente Aranda. Dopo un periodo di lontananza dal grande schermo torna nel 1999 con ‘Panni sporchi’, di Mario Monicelli. Da quel momento comincia a lavorare solo con registe: Francesca Archibugi, Asia Argento ed Eleonora Giorgi, che la sceglie per il suo esordio registico ‘Uomini & donne, amori & bugie’. Nel 2007 torna al lavorare con Citto Maselli in ‘Civico 0’.
Ornella Muti ha vinto due volte il Nastro d'argento come migliore attrice protagonista: nel 1984 con ‘Il futuro è donna’ e nel 1988 con ‘Codice privato’.
È stata sposata due volte: con Alessio Orano (1975-1981) e con Federico Facchinetti (1988-1996). Nel 1998 ha iniziato una relazione con il medico Stefano Piccolo, al quale è stata legata fino a metà 2008. Dallo scorso anno è fidanzata con l'imprenditore Fabrice Kerhervé. Ha tre figli: Naike Rivelli, attrice; Andrea e Carolina, avuti da Facchinetti.
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