8 Marzo


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Le donne guadagnano di meno

Rispetto ai salari per gli uomini, un divario dal 23 al 40%: lo dice un'indagine del Centro Studi Iper Ugl

I salari, un fattore di debolezza per le donne. In Italia la differenza nelle retribuzioni tra uomini e 'gentil sesso' è ancora ampia e va dal 23% al 40%. A dirlo è un'indagine del Centro studi Iper Ugl. "Negli Stati Uniti la differenza salariale tra lavoratrici e lavoratori si attesta attorno al 22-24%- si legge nello studio- In Europa si ferma al 15%. In Italia il divario arriva al 23 e persino al 40% se si esaminano le posizioni di potere".

Le donne inoltre partono da stipendi più bassi già all'ingresso nel mercato dellavoro, subito dopo la laurea. "A un anno dalla laurea- continua lo studio- gli uomini guadagnano il 27,4% in più rispetto alle donne, dopo tre anni la differenza sale al 31%. Anche guardando alle professioni, le lavoratrici dipendenti guadagnano mediamente il 16% in meno, e il divario salariale si accentua ad esempio nella qualifica di operaio specializzato e in quella di dirigente".

La disparità salariale incide anche sull'entità della pensione, largamente inferiore per le donne che in media percepiscono una pensione pari al 57,6% di quella degli uomini. "E non solo e non tanto per l'eventuale uscita anticipata dal lavoro- spiega l'Ugl- quanto per effetto del sistema contributivo in cui gioca a loro sfavore il minor tempo che possono dedicare al lavoro, escludendole anche dall'accesso ai meccanismi premiali e dagli straordinari".

Altro dato interessante è il reddito familiare: se il percettore principale è uomo il reddito medio in Italia è di 30.571 euro; se è donna, il reddito scende a 22.363. La distanza maggiore riguarda il Nord dove la differenza è del 30,3 per cento in meno se il capofamiglia è donna, al Centro è del 25,3 per cento in meno e nel Sud del 22,1 per cento in meno. Le famiglie con a capo una donna, dunque, sono mediamente più povere di quelle guidate da un uomo.

Per il Centro studi IperUgl, la maggiore o minore partecipazione delle donne al lavoro è inoltre "strettamente connessa all'efficacia del sistema produttivo e alla disponibilità di efficienti servizi di welfare, dagli asili nido, all'assistenza agli anziani, al trasporto pubblico". L'Europa, ad esempio, richiede un tasso di ricettività nei nido del 33%. La media italiana è sotto il10%, ma con forti differenze tra i territori.