8 Marzo


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Mutilazioni genitali, fermare l'orrore

Fenomeno in calo in Italia l

Si fa con un coltello speciale, in alcuni Paesi con piccole seghe, lamette o pezzi di vetro. A tagliare nella maggioranza dei casi è personale non medico. Le mutilazioni genitali sono all'origine di grandi sofferenze e rappresentano una grave minaccia per la salute delle donne. Centotrenta milioni le donne e le bambine che le hanno subite, secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, circa 2 milioni le ragazze e le bimbe esposte ogni anno a tale pratica.

La maggioranza degli interventi avviene in 28 Paesi africani, ma anche in alcuni Paesi arabi e asiatici, nonché nella Ue e in Usa tra le comunità di immigrati. Dopo il varo di leggi nei Paesi europei che puniscono la mutilazione genitale e diversi successi in Africa, la speranza di fermare l'orrore diventa realtà.

"La violazione dei diritti delle donne non può essere giustificata in nome del relativismo culturale", dice il commissario Ue, Benita Ferrero-Waldner. In Italia sono 600 le bimbe immigrate a rischio mutilazione genitale, secondo Souad Sbai, deputata e presidente delle donne marocchine in Italia. Tuttavia, secondo un'indagine nel Lazio, nell'ambito del progetto "Stop Mgf", il fenomeno è in calo: l'integrazione porta all'abolizione della pratica.