Festival del Film di Roma


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La fornace e l'inferno

I film di Cooper e Roth. Timi in concorso

di Juana San Emeterio

Al Festival “Out of the Furnace” di Scott Cooper. Dopo il successo ottenuto con “Crazy Heart”, vincitore di due premi Oscar, il regista e sceneggiatore torna dietro la macchina da presa e realizza la sua opera seconda con un cast di star in stato di grazia formato da Christian Bale (Oscar come miglior attore non protagonista per The Fighter), Woody Harrelson, Casey Affleck, Forest Whitaker (Oscar come miglior protagonista per L'ultimo re di Scozia), Willem Defoe, Zoë Saldana e Sam Shepard. Terzo americano in concorso, senza ospiti a Roma per promuovere il film. Una pellicola intensa e forte ambientata in una di quelle zone del nordest Usa che rappresentavano il cuore industriale del Paese, tra Pennsylvania e West Virginia, dove le acciaierie e l'industria del carbone stanno scomparendo. In questo mondo operaio, povero e oramai in declino, si svolge la storia di due fratelli, uno che lavora nell’acciaieria dove era impiegato il padre (Christian Bale), l’altro, interpretato da Casey Affleck, reduce della guerra in Iraq, senza prospettive, che per guadagnare si mette a fare i combattimenti di boxe clandestini. I loro destini s’intrecciano e anche il fratello legato ai sani principi americani dovrà affrontare i lati bui del suo Paese. Film sui rapporti tra gli uomini che vivono nella periferia della società americana dove, come nelle praterie del west, la giustizia diventa spesso un fatto personale.

Altro film americano presentato al Festival Fuori Concorso è “The Green Inferno” del regista Eli Roth che in pochi anni ha riportato in auge il genere splatter con “Cabin Fever” e i due episodi di “Hostel”. Le vicende di un gruppo di amici ambientalisti precipitati con il loro aereo nella giungla che devono iniziare una disperata lotta per la sopravvivenza nel tentativo di non essere divorati dai cannibali.

In gara altre due opere seconde: “Quod Erat Demonstrandum” del romeno Andrei Gruzsnick e “I corpi estranei” di Mirko Locatelli. Protagonista della pellicola Filippo Timi che impersona Antonio, un padre che deve assistere il proprio bambino malato di tumore al cervello. E' in trasferta dall'Umbria a Milano, da solo. In ospedale conosce e fa amicizia con Jaber (Jaouher Brahim) che è nel capoluogo lombardo per assistere un amico fraterno. Un film "non sul dolore ma sulla fragilità dell'uomo, che fa diventare la malattia solo un pretesto per affrontarla". Spiega il regista milanese Mirko Locatelli.

Fuori Concorso un'altra pellicola italiana: “Border” di Alessio Cremonini, che dopo varie esperienze nel cinema firma il suo primo lungometraggio affrontando il tema della crisi siriana e dei profughi, raccontando il viaggio pieno di pericoli che due giovani sorelle sono costrette ad affrontare per fuggire dal loro paese d’origine verso la Turchia. Fuori Concorso il film giallo “Je fais le mort” di Jean-Paul Salomé. Un thriller che vira in commedia. Protagonista Jean, un attore disoccupato che riceve una bizzarra offerta di lavoro: aiutare la polizia a ricostruire le scene dei crimini interpretando la parte del morto. L’ossessione di Jean per i particolari però colpisce gli ispettori e gli permette di conquistare una delicata posizione di rilievo nelle indagini.