Due partite

Una commedia dolce-amara sul mondo femminile

di Juana San Emeterio

DUE PARTITE
 Di Enzo Monteleone, Italia 2009 (01 Distribution)
Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Valeria Milillo, Claudia Pandolfi, Alba Rohrwacher.

Il cinema festeggia l’8 marzo con questa commedia dolce -amara sul mondo femminile. Trasposizione cinematografica della commedia di Cristina Comencini che ha avuto un grande successo a teatro con la regia della stessa autrice, “Due partite” è diretto da un uomo, Enzo Monteleone e interpretato da due ottime generazioni di attrici del cinema italiano. Otto donne, Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi e Paola Cortellesi , le giovani signore degli anni ’60 e Carola Crescentini, Valeria Milillo, Claudia Pandolfi e Alba Rohrwacher, le figlie dei nostri giorni.

Due epoche, due modi di essere donne. Anni Sessanta: una partita a carte per stare insieme. Mina cantava “E’ l’uomo per me” e ogni giovedì pomeriggio, in una casa borghese quattro amiche si ritrovano al tavolo di gioco. In realtà le carte sono un pretesto per raccontarsi amori e tradimenti, teorizzando la maternità, la vita e i problemi del matrimonio. Litigano, ridono, parlano con complicità e un po’ di cinismo. Dalle loro conversazioni emerge l’insoddisfazione e la frustrazione e quel malessere di fondo di donne che hanno rinunciato a essere se stesse per incarnare il ruolo di ‘angelo del focolare’.

Trent’anni dopo: le figlie si ritrovano al funerale di una delle madri. Sono le stesse bambine che, durante le partite a carte, giocavano nella stanza accanto. Come le loro madri, si confidano sogni e paure, il tempo che passa, il rapporto con il lavoro, il desiderio di maternità. Sono passati decenni, tutto sembra cambiato, le figlie sono donne indipendenti che lavorano e affrontano la vita a viso aperto ma l’identità femminile sembra inalterata, nonostante la carriera e l’emancipazione; essere donna significa oggi come allora energia, allegria, fatica e dolore.

Un occhio maschile racconta questo mondo di signore dove gli uomini non compaiono (nessuna presenza maschile nel film) ma sono il motore di ogni discorso. Per il regista Enzo Napoleone il testo celebra la forza delle donne che “sono più capaci di rimettersi in pista, riprendere la propria vita con forza e allegria”. E nel film, dall’impianto teatrale, trova spazio anche un po’ di humor nonostante la drammaticità degli argomenti trattati: un inventario di diverse situazioni personali molto comuni nel vissuto di tante donne. La piece non è stata modificata ne’ dal regista ne’ dalla scrittrice che è stata anche sceneggiatrice della pellicola. Tutte brave ed entusiaste le attrici che spiegano, nella conferenza stampa, hanno lavorato sul set senza rivalità. Un’armonia di voci, toni e colori che come nel manifesto stile Almodovar, cercano di dare l’immagine di varie situazioni, forze un po’ schematiche, di una categoria, le donne, sempre più difficile da interpretare.