Era oggi


Stampa

5 marzo

Avviata la fabbricazione del primo revolver, Mosca diventa la capitale dell'Urss, nasce Eva Mendes, Ben Johnson squalificato a vita per doping

E' stato grazie alle sue intuizioni che la canzone italiana da hit parade ha scoperto suoni e soluzioni tipiche della musica nera prima e del rock poi. La magica simbiosi con i test di Mogol ha permesso poi a questi brani di essere accolti come la traduzione in musica di inquietudini, emozioni, mutamenti sociali, sessuali e di costume dell'epoca. Un'identificazione così profonda da poter costituire la più probabile causa del suo mancato successo sul mercato internazionale.

Ma la sua storia è anche la cronaca di un'assenza: quando è morto, Battisti non solo si era ritirato dalla scena dei concerti da quasi vent'anni, ma aveva messo in atto un autentico volontario esilio, proteggendo la sua privacy con ferocia come una sorta di Salinger nostrano. Questa voglia di vivere una vita lontana dalla fama e dai fan è corsa parallela alla sua operazione artistica di radicale destrutturazione di quel repertorio scritto con Mogol che lo ha trasformato in un mito.

La sua produzione dalla metà degli anni '80 in poi si è sempre più allontanata dalla forma canzone e dai territori di una possibile cantabilità delle melodie, trovando nell'ironico ermetismo dei testi di Pasquale Panella un perfetto completamento di una musica sempre più avvolta da sonorità elettroniche. Dal punto di vista artistico la sua eredità è incomparabile: è stato il primo a portare in vetta alle nostre classifiche i suoni della black music e del rock, imponendo, nel paese del bel canto, il modello del cantante ''scorretto'', più attento alla verità del ritmo e dell'emozione che alla correttezza formale. Non è un caso che sia un punto di riferimento obbligato per tutti i suoi colleghi, al di là delle scelte stilistiche e delle generazioni.

Il ricordo di Lucio Battisti vive non solo attraverso la sua musica, ma anche nella sterminata bibliografia che è in continuo aggiornamento, lui che da idolo è diventato leggenda. Un fiorire di fantasie, ipotesi, supposizioni sugli ultimi anni della sua vita, sulle produzioni inedite, sui misteri artistici, persino sulla data della sua morte. Una leggenda alimentata da fan che sembrano così voler colmare il vuoto di silenzio lasciato dall'artista. Si tratta di misteri che riguardano la sua produzione artistica (in molti sono sicuri che esista un disco postumo o comunque inedito), o i rapporti con i compagni artististici (con Panella c'era collaborazione o tanto odio?).

Di misteri che circondano anche la sua morte: secondo alcuni sarebbe morto molto tempo prima del settembre 1998, e non solo artisticamente parlando. Persino la sua tomba: è vuota, dicono, perché la moglie segretamente ha spostato la salma altrove. E perfino il destino del figlio Luca, che avrebbe tentato vanamente la carriera artistica osteggiato dalla madre che così continuerebbe la volontà espressa dal padre, ma anche da tanti altri che odiavano il cantautore.

E' stato grazie ai 'Campioni', il gruppo che accompagnava Tony Dallara, che Lucio Battisti ha potuto lasciare Poggio Bustone, dove nasce nel 1943, e cominciare la sua avventura nella musica come chitarrista. Nell'ambiente invece comincia a farsi un nome, in piena era Beat, quando nel '66 i 'Ribelli' incidono 'Per una lira', Ricky Maiocchi 'Uno in piu'' e i Dik Dik 'Dolce di giorno'. Ad aprirgli le porte del successo è invece '29 settembre', arrivato al primo della hit parade nel '67 grazie all' Equipe '84. Non a caso nello stesso anno ottiene il primo contratto da cantante: e proprio in quell'occasione avviene l'incontro decisivo con Mogol.

Il suo primo 45 solista è 'Per una lira' (retro 'Dolce di giorno'), il primo album, del '69, 'Lucio Battisti', praticamente una raccolta di tutti i singoli scritti fino ad allora. E sempre al '69 risale la sua partecipazione al festival di Sanremo con 'Un'avventura', cantata in abbinamento con Wilson Pickett. Grazie anche ai successi ottenuti dai suoi brani incisi da altri (tipo 'Il paradiso' di Patty Pravo), inizia la vertiginosa impennata verso il successo, che nel '70 fa registrare l'incontro con Mina- uno dei momenti più alti della canzone italiana - l'uscita dell' album 'Emozioni' che staziona al primo posto della classifica insieme a due brani Mogol-Battisti cantati da Mina e Patty Pravo. Nel frattempo, comincia ad ampliare la sua attività facendo il produttore.

Il sodalizio con Mogol dura fino al 1980: le ultime apparizioni pubbliche (un giro d'Italia a cavallo e la celebre tournée con La Formula Tre) risalgono al 1976. In mezzo, oltre al celebrato duetto del 71 con Mina in 'Studio 10' ci sono ancora successi da storia della classifica, album come 'Amore e non amore', 'Pensieri e parole', 'Umanamente uomo: il sogno', 'Il mio canto libero', 'Il nostro caro angelo', 'Anima latina', 'La batteria, il contrabbasso, eccetera', 'Io tu noi tutti ', 'Una donna per amico', 'Una giornata uggiosa' e pure il tentativo non particolarmente felice di conquistare il mercato anglosassone. Il primo album del 'nuovo Battisti' è 'E già’ del 1982: è anche il primo accolto senza entusiasmo dalla critica. I testi sono di Velezia, la moglie Grazia Letizia Veronesi. I risultati modesti sono all'origine della decisione di affidare la cura delle parole a Pasquale Panella, sofisticato cultore del calembour e del surreale ermetismo che veste di acrobrazie verbali i suoni tecnologici, invariabilmente registrati a Londra, di 'Don Giovanni', 'L'apparenza,'La sposa occidentale', 'Cosa succederà alla ragazza' e 'Hegel'. Ormai Battisti è il grande assente della musica italiana: il suo ultimo album, ancora in cerca di un contratto, è diventato il suo testamento.

>>Guarda la fotogallery



Il 5 marzo nella storia

1836: Samuel Colt fabbrica il primo revolver destinato alla produzione 1918: L'Urss sposta la capitale da San Pietroburgo a Mosca 1974: Nasce l'attrice Eva Mendes 1993: Il velocista canadese Ben Johnson squalificato a vita per doping

 

 

 

Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.