Nuovi mestieri


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Il bachicoltore diventa tecno

La domanda di seta è sempre più alta bachicoltore_296

Studiare da medico, architetto, farmacista? Meglio imparare ad allevare bachi da seta. Tra i nuovi mestieri legati al settore agricolo (tra i pochi a registrare aumenti di occupazione nonostante la crisi), spunta quello del bachicoltore, mestiere antichissimo che affonda le sue origini nella Cina millenaria, molto diffuso in Italia fino alla seconda metà dell'Ottocento.

Oggi però tornare ad allevare bachi da seta non è inusuale e può rivelarsi redditizio, sia per la produzione di seta, tessuto sempre più richiesto, ma anche per attività in campo medico e cosmetologico, in ragione di proteine preziose (fibroina e sericina) che compongono il filamento serico, utili ad esempio per realizzare il filo da sutura usato in chirurgia ma anche creme e unguenti cosmetologici.

''La domanda di seta è sempre più alta, si tratta di un mercato di nicchia di lusso al quale finora la Cina ha risposto con una produzione concorrenziale che ha stracciato tutti i concorrenti'' spiega Silvia Cappellozza, della sede di Padova del Cra (centro ricerche agricoltura) dove dirige l'unita' sperimentale di bachicoltura. Ma ora il benessere che si sta diffondendo nel paese sta spingendo la bachicoltura nelle zone più povere a nord ovest della Cina, dove il clima è ostile e mancano addetti con le competenze necessarie al delicato compito.

''Il calo della produzione cinese di seta sta preoccupando molto la filiera tessile, comprese le aziende italiane'' dice Cappellozza, tra una pausa e l'altra ''per andare a dare da mangiare ai bachi'', preziosi, e non solo per la seta. La fibroina, tra le proteine, ha un'alta affidabilità in campo medico in quanto è biocompatibile e non crea rigetti. Quindi molto adatta per le suture ad esempio.

C'è un forte interesse dell'industria biomedica e dell'ingegneria tissutale per un utilizzo esteso ad altri prodotti, come protesi vascolari, membrane per la riparazione delle cornee danneggiate o anche lenti a contatto di ultima generazione, alternative al vetro o alla plastica. Non solo. La seta dei bachi può essere impiegata anche per le creme. I pigmenti contenuti nella sericina sono i carotenoidi, che vantano una forte azione antiossidante, e i flavonoidi antiossidanti ed antibatterici. Per questo la sericina viene utilizzata per creme, lozioni, shampoo, pomate. 

Intanto nuove sperimentazioni stanno scoprendo impieghi diversi. Infatti, il baco da seta può avere anche una funzione dal punto di vista nutrizionale, come ha indicato una recente ricerca Fao sulla possibilità di combattere povertà e fame attraverso insetti commestibili.

''Le ricerche effettuate sul baco da seta al fine di ottenere produzioni innovative sono il risultato del lavoro fatto dall'Ente perseguendo contemporaneamente fini pratici e ricerca di base - dice il presidente del Cra (Consiglio per ricerca e sperimentazione in agricoltura) Giuseppe Alonzo - infatti, si può fare con la seta una fibra naturale e una tecnologia ecocompatibile, un ''processo'' produttivo che utilizza solo acqua, energia e proteine, un possibile utilizzo del baco da seta anche per produzioni diverse dall'industria tessile''.

Insomma, investire sull'allevamento dei bachi conviene ? ''E' una domanda che ci fanno in molti - risponde Silvia Cappellozza - le premesse ci sono tutte. Infatti i primi nuclei di bachicoltori si stanno diffondendo, e sono molti più tecnologici dei loro bisnonni''.

I bachicoltori 'professionali' al momento in Italia sono almeno una ventina, di cui solo un quarto da almeno due anni; anche l'allevamento del bozzolo resta un'attività piuttosto diffusa a livello amatoriale. Tra costi di impianto e di produzione, per partire serve un capitale iniziale di circa 10mila euro.