E' la recessione più lunga dal dopoguerra


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Istat: ottavo calo consecutivo del Pil

-0,2% secondo trimestre, -2% rispetto al 2012 p

E' ancora recessione: nel secondo trimestre del 2013 il Pil è andato giù per l'ottavo trimestre consecutivo segnando un -2,0% tendenziale e un -0,2% congiunturale. Un record assoluto.  

Secondo l'Istat nel secondo trimestre il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,0% nei confronti del secondo trimestre del 2012. Il calo congiunturale è la sintesi di diminuzioni del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,7%.

Non va meglio per la produzione industriale. A giugno l'indice destagionalizzato è aumentato dello 0,3% rispetto a maggio. Corretto per gli effetti di calendario, a giugno 2013 l'indice è diminuito del 2,1% in termini tendenziali. Nella media del trimestre aprile-giugno l'indice ha registrato una flessione dello 0,9 rispetto al trimestre precedente.

Ma secondo il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini ci sono i margini per l'avvio della ripresa nel terzo e quarto trimestre. "Gli indicatori - ha spiegato Giovannini a Radio Anch'io - mostrano che per il terzo e quarto trimestre è previsto un segno positivo" e quindi potremmo dire che "la recessione che ormai dura da due anni" è finita. "Sembra - ha aggiunto il ministro - che l'ottimismo sia aumentato nelle famiglie, in particolare sono diminuite le aspettative di disoccupazione. Ci piace pensare che questo sia in parte anche un effetto delle manovre messe in campo dal governo".

Secondo il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, "il governo deve dire per forza che in fondo al tunnel ci sarà la luce. E' ovvio che un paese come l'Italia non può morire: sbatteremo sul terreno, ma sotto terra non ci andremo. La vera domanda, però, è un'altra: quanti italiani resteranno disoccupati prima di vedere la luce? Secondo me, aumenteranno ancora".

Sulla stessa linea il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. "L'ottimismo fa bene al nostro Paese ma purtroppo non basta: a settembre occorre una grande patto tra il Governo e le parti sociali per concordare gli interventi straordinari per creare nuovi posti di lavoro, far ripartire i consumi delle famiglie, sbloccare un volta per tutte i fattori starati che ostacolano lo sviluppo del paese".

Scettica sui segnali di uscita dalla crisi anche la Confesercenti che sottolinea come il 64,4% degli Italiani desidererebbe, per settembre, l'uscita dalla lunga recessione. Per far questo è necessario una riduzione della pressione fiscale che si può ottenere con il taglio delle spese.

Infine secondo la Commissione Ue il nuovo calo trimestrale del Pil in Italia è "in linea con le previsioni Ue" e quindi "non sorprende" la Commissione. Come ha spiegato la portavoce Chantal Hughes, "l'Italia ha ancora bisogno di trovare la strada verso la crescita e per farlo deve mantenere lo slancio delle riforme economiche".