IL MAI NATO

 di Sandro Calice

  IL MAI NATO
  di David S. Goyer, Usa 2009 (Universal Pictures)
  Odette Yustman, Gary Oldman, Jane Alexander (I), Meagan Good, 
  Idris Elba, Cam Gigandet, James Remar, Carla Gugino, Rhys Coiro.

  Gli ingredienti sono buoni: un bambino demoniaco, la mitologia 
  religiosa ebraica, una protagonista bella quanto basta per
  affascinarci, un mistero che nasce lontano, l’orrore nascosto nel 
  banale quotidiano. Il risultato, però, non mantiene tutte le 
  promesse.

Casey (Odette Yustman) è perseguitata da incubi e da terribili, inspiegabili, segni premonitori. Odia la madre, che si è suicidata, per averla abbandonata. Ma quando comincia ad indagare sugli incubi, aiutata dalla migliore amica e dal fidanzato, inizia a capire il perché di quell’abbandono. Un’anziana ebrea sopravvissuta all’Olocausto e il rabbino Sendak (Gary Oldman) le parlano del dybbuk, un demone, o l’anima di una persona morta, che si insedia in un corpo assumendone il controllo. E Casey scopre di essere una gemella, e che solo un preciso rituale potrà salvarla.

David Goyer, regista e sceneggiatore, ha collaborato alla sceneggiatura dei due “Batman” diretti da Christopher Nolan, è autore della trilogia di “Blade” e ha diretto il non memorabile “The invisible”. In “Il mai nato” pesca a piene mani dall’horror giapponese e, ovviamente, da “L’esorcista” di Friedkin. Ma la similitudine finisce all’idea. C’è solo la novità dell’orrore dei campi di concentramento nazisti che continua a condizionare il presente e dell’esorcismo in chiave ebraica. Lo spavento è quasi sempre prevedibile e il tentativo di fondere “spiegazioni” pseudo-scientifiche e religiose, confonde invece di chiarire. La sensazione è quella di una buona idea, appunto, risolta troppo sbrigativamente, affidata tutta alla paura disperante di scoprire che l’incubo è più vicino e familiare di quello che credevamo.