Un vero e proprio bollettino di guerra


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Fumo, oltre 6 milioni di morti l’anno

In Italia sono 83 mila le vittime g

di Fabrizio de Jorio
(fabrizio.dejorio@rai.it)

Il fumo ogni anno nel mondo provoca un esercito di morti, quasi più di quanti ne fece la II guerra Mondiale: oltre 6 milioni di persone che muoiono per malattie legate al fumo da sigaretta ma anche per colpa del fumo passivo inalato da chi vive vicino ad un fumatore. L’Istituto nazionale dei tumori di Milano, in un recente studio, ci dice che persino il fumo respirato all’aria aperta, in una spiaggia, è fonte di stress per la salute!! In Italia le stime parlano di oltre 83mila morti, ogni anno a causa del tabagismo. Numeri impressionanti considerato che le campagne anti fumo da almeno un decennio si sono intensificate e in Italia, nel 2003, è entrata in vigore la legge Sirchia, fortemente voluta dall’allora ministro della Salute. Una legge innovativa che ha rivoluzionato in Italia, seppur un paio di anni dopo, cioè nel 2005 quando è effettivamente entrato in vigore il provvedimento, il costume e l’abitudine degli italiani di fumare ovunque nei locali pubblici.

Anche i politici per la verità non davano il buon esempio: memorabile fu l’episodio che vide il leader radicale Pannella accendersi una sigaretta durante una tribuna politica del 1978. Jader Jacobelli, il conduttore, morto nel 2005, dapprima rimase spiazzato, ma poi aderì allo stratagemma del “certificato medico” esibito da Pannella per giustificare la deroga al divieto di fumo in trasmissione in virtù quindi di una “prescrizione medica”!!!!

Il 31 maggio si celebra la Giornata mondiale contro il fumo, il No world tabacco day, voluta dall’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, è arrivata alla sua XXV edizione. In Italia, la Lega Italiana per la lotta contro i tumori ha messo in piedi decine di iniziative in tutte le regioni e la campagna è mirata anche alla salvaguardia dell’ambiente per cercare di sensibilizzare i fumatori, non solo a ridurre e auspicabilmente a smettere di fumare, ma anche a non gettare i mozziconi di sigaretta nei parchi, sulle spiagge e nei luoghi pubblici visto che per smaltirle ci vogliono più di 10 anni. La Lilt a Roma organizza una giornata dedicata proprio ai fumatori e alla prevenzione, in piazza Garibaldi il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il presidente LILT, Francesco Schittulli, il commissario Sezione Provinciale LILT Roma, Bruno Pisaturo, il presidente AMA, Piergiorgio Benvenuti e anche il rappresentante di Federparchi e Presidente del Parco Nazionale Alta Murgia, Cesare Veronico. La giornata è l’occasione per coinvolgere i bambini in attività culturali e di prevenzione affinchè da adulti non diventino fumatori. Insieme all’Ama, l’azienda romana per la raccolta dei rifiuti, i bambini raccolgono i mozziconi dalla strade e dai parchi riponendoli negli appositi contenitori. Per questo il presidente della Lilt, Schittulli , chiede (vedere intervista) il divieto di “fumo venga esteso anche alle aree verdi delle città e del territorio nazionale”.

Fumo e giovani: l’arma è la prevenzione. Secondo una ricerca internazionale bisogna intervenire fin dalle scuole, prima che inizino a fumare

I ricercatori della Cochrane Collaboration (progetto internazionale no-profit nato con lo scopo di raccogliere, valutare e diffondere le informazioni relative all’efficacia degli interventi sanitari) hanno recentemente pubblicato una ricerca finalizzata a verificare l’efficacia degli interventi di prevenzione dell’abitudine al fumo nelle scuole, tra i giovani.

L’analisi dei 134 studi selezionati ha esaminato progetti di ricerca che hanno coinvolto più di 400.000 giovani tra i 5 e i 18 anni. I risultati dimostrano che se gli interventi vengono attuati prima che i ragazzi inizino a fumare, si abbassa significativamente (12% in meno) le possibilità di diventare in seguito giovani fumatori.

La ricerca ha visto coinvolti 1382 ragazzi delle scuole secondarie che, dopo aver risposto a un questionario sulle conoscenza del fumo di sigaretta, sono stati divisi in due gruppi omogenei: un gruppo ha seguito un programma di prevenzione basato su incontri informativi, ma anche sul gioco (sono state distribuite carte con nozioni sul fumo con cui giocare in famiglia), sull’interattività e su incontri con personaggi noti, l’altro gruppo nulla (gruppo di controllo). I risultati hanno mostrato che: tra gli studenti che avevano seguito il programma solo il 4% aveva iniziato a fumare contro il 14% di quelli del gruppo di controllo, mentre il 7% del primo gruppo contro il 27%del gruppo di controllo, dichiaravano di non sapere che fumare dà dipendenza. Sempre di prevenzione tabagica nei giovanissimi, ma inserita in un contesto più ampio di promozione di stili di vita salutari, si è occupato uno studio condotto dall’INT in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR). La ricerca si è svolta nel 2012 con 277 ragazzi di età compresa tra i 14 e 1 17 anni e tra i quali il 20% delle ragazze e il 13% dei ragazzi erano già fumatori, come confermato dalle misurazioni di monossido di carbonio dell’esalato. L’intervento ha messo al centro dell’attenzione l’esperienza concreta, cioè il far “scoprire” ai ragazzi i danni del fumo (sia attivo che passivo) e della cattiva alimentazione attraverso laboratori in cui loro stessi erano coinvolti attivamente, affiancando a questo l’uso dei media con conferenze stampa condotte coi ragazzi, ma anche con l’utilizzo di un sito internet interattivo con informazioni, video e contatti (http://www.lascuoladellasalute.it/)

Dopo la scoperta dei ricercatori dell’Int del recettore nicotinico, CHRNA5 sulla predisposizione genetica alla dipendenza dal fumo, si aprono nuove prospettive per chi desidera smettere e disintossicarsi dal fumo

La recente scoperta del recettore nicotinico, CHRNA5 -fatta dai ricercatori dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, guidati dal prof. Tommaso Dragani e dalla sua equipe di genetisti e ricercatori oncologi, tra cui Antonella Galvan, Paolo Pozzo, Roberto Boffi, Elena Munarini - consente, attraverso l’analisi del Dna del paziente, di poter intervenire con maggior efficacia nei casi di dipendenza da fumo. In altri termini, se un paziente desidera smettere di fumare, può rivolgersi anche presso il Centro antifumo dell’Istituto nazionale dei tumori che da tempo ha lanciato il Progetto BioMild2 (Multi italian lung detection, numero Verde 800 213 601). 

E’ possibile iniziare all’Int, un percorso terapeutico, già intrapreso da oltre 1000 pazienti che nell’arco di un anno, gratuitamente, si sono sottoposti ad una serie di test di laboratorio e di analisi, ma anche di terapie psicologiche per smettere di fumare e per la diagnosi precoce del tumore. Il progetto, ideato e curato dal prof. Ugo Pastorino, insieme alla biologa Gabriella Sozzi, ha come obiettivo la diagnosi precoce dei tumori polmonari attraverso un semplice test del sangue ed una Tac spirale e naturalmente anche del test genetico per l’individuazione del gene responsabile della predisposizione al fumo.

Il prof. Boffi, pneumologo ricercatore, responsabile della struttura Dipartimentale di Fisiopatologia respiratoria della Fondazione IRRCS dell’Istituto nazionale dei Tumori, sottolinea come l’analisi del Dna, sempre gratuita per i pazienti che aderiscono al Progetto antifumo, consente “di identificare le sei varianti del recettore nicotinico CHRNA5, di fatto responsabile della maggior predisposizione al fumo e approntare una terapia più efficace, sia da un punto di vista farmacologico, sia psicologico, per aiutare il paziente a smettere di fumare e soprattutto ad aiutarlo a smettere definitivamente”. Perché, ci spiega Boffi, “per quanto riguarda la nicotina e i suoi effetti dannosi per la salute, non esiste una modica quantità”. In pratica le alterazioni biochimiche e genetiche si verificano ad ogni “singola sigaretta fumata”!! Il consiglio? Smettere subito! Il 31 maggio a Milano, nella sede dell’istituto in Via Venezian 1, una giornata con 300 ragazzi delle scuole della Lombardia che hanno fatto un’esperienza unica di una mattinata insieme ai ricercatori dell’Istituto e con testimonial d’eccezione: Le Iene!

Il fumo di due sigarette in spiaggia? Può produrre dei picchi di polveri sottili doppi rispetto alla media dei valori di Piazza Grande a Livorno!

Nel corso dell’estate 2012 è stata valutata dagli esperti del Centro antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano la presenza di inquinamento da fumo passivo sulle spiagge di Vada, località balneare in provincia di Livorno. Per l’indagine è stato scelto un indicatore del particolato fine, gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), una delle componenti più tossiche delle polveri sottili (e in particolare di quelle generate dalla combustione del tabacco).

Le rilevazioni a Vada hanno mostrato come il fumo di 2 sigarette a 5 metri di distanza sottovento può arrivare a produrre dei picchi di IPA fino a 7 volte maggiori dei valori basali e più che doppi rispetto alla media di quelli misurati in Piazza Grande a Livorno e generati dal traffico (si vedano grafici sotto).Le rilevazioni hanno dimostrato scientificamente che oltre al problema ambientale dovuto ai mozziconi di sigarette lasciati sulle spiagge che per degradarsi impiegano oltre un anno, fumare in spiaggia comporta un problema di salute legato al fumo passivo.

L’indagine è stata poi accompagnata da un questionario al quale hanno risposto 200 bagnanti di cui il 40% fumatori, il 55% donne di età media 29 anni, per indagare come viene vissuto in spiaggia il fumo passivo. È emerso che il 90% dei bagnanti avverte il fumo passivo dai “vicini di ombrellone” più di una volta al giorno, e il 50% ne è infastidito e pur non avvertendo sintomi direttamente connessi al fumo passivo, si sente danneggiata nella propria salute. Il 60% dei frequentatori della spiaggia sarebbe d’accordo nell’introdurre limitazioni ai fumatori, in particolare la creazione di zone fumatori.



Istat, in Italia 12 milioni di fumatori, una persona su 4 fuma. La speranza di un farmaco anti-tumorale viene dal mare: la trabectedina. Il meccanismo d’azione di questo nuovo farmaco è stato pubblicato sull’autorevole rivista Cancer Cell

Le stime dell’Istat sui fumatori non sono incoraggianti: su 52 milioni di abitanti con età superiore ai 14 anni, i dipendenti dal fumo sono quasi 12 milioni, circa il 23% della popolazione adulta fuma, praticamente un italiano su 4. Gli uomini fumano di più rispetto alle donne. Ma la battaglia per sconfiggere il cancro continua tra nuove scoperte e ricerca.

E’ recentissima quella fatta dai ricercatori dell’Istituto Clinico Humanitas, coordinati da Paola Allavena, responsabile del Laboratorio di Immunologia Cellulare e da Maurizio D’Incalci direttore del Dipartimento di Oncologia dell'Istituto Mario Negri, in collaborazione con l'Istituto Nazionale dei Tumori, Unità di Oncologia medica dei tumori mesenchimali dell’adulto, diretta da Paolo Casali, di Immunobiologia dei tumori umani, diretta da Andrea Anichini, e Silvana Pilotti.

Lo studio, realizzato grazie ai finanziamenti dell’Airc, rivela come il meccanismo di azione di un farmaco di origine marina, la Trabectedina, può influire sia sul tumore sia sul microambiente nel quale proliferano le cellule malate. La storia di questa scoperta inizia nel Mar dei Caraibi, in un contesto in cui molti gruppi industriali ed accademici sono impegnati nella ricerca all’interno delle “miniere biologiche” costituite dai mari e dalle foreste, di principi attivi, di candidati a nuovi farmaci. In questo contesto è stata identificata una molecola (trabectedin) di un mollusco marino, con attività antitumorali. Dopo un lungo percorso, questa molecola è arrivata all’approvazione per uso clinico in Europa, dimostrandosi efficace contro il cancro dell’ovaio e i sarcomi.

Gli effetti anti-tumorali di un farmaco di origine marina

Prodotti naturali da piante e da microrganismi sono stati il cardine della farmacologia anti-tumorale fin dall'inizio dello sviluppo industriale e sono tuttora utilizzati per il trattamento dei pazienti oncologici. Il mare è una fonte ricchissima di biodiversità, ma ancora non pienamente sfruttata dalla farmacologia moderna. Una società spagnola leader nella scoperta e sviluppo di nuovi farmaci di origine marina, ha in studio diversi composti come potenziali agenti anti-tumorali. Uno di questi, trabectedina, è stato recentemente approvato in Europa e in molti altri paesi per il trattamento dei sarcomi dei tessuti molli e del cancro ovarico, ed è il primo farmaco antitumorale di origine marina arrivato sul mercato. La trabectedina uccide le cellule tumorali e blocca la loro proliferazione interagendo con il DNA. Trabectedina, tuttavia, è più di un classico agente citotossico. “Questo importante traguardo scientifico - ha commentato Maria Ines Colnaghi, direttore scientifico di AIRC - è un esempio molto significativo di come, anche nella ricerca, l’unione faccia la forza. Grazie al nostro sostegno, i ricercatori di quattro centri di eccellenza milanesi hanno potuto lavorare insieme, con successo, allo stesso studio, sfruttando al meglio le loro peculiari competenze”. Il problema però è rappresentato dal costo: una confezione del farmaco al pubblico è di 874 euro!!!!

Fumo e alcool: sottovalutati danni a cavo orale-faringe. La Società italiana di otorinolaringoiatria mette in guardia dai danni provocati dal fumo, responsabile del 76% tumori alla bocca, 86% alla gola e 82% alla laringe

I danni del fumo e dell'alcool alla bocca, alla gola ed alla laringe sono poco conosciuti e soprattutto sottovalutati dai fumatori ma sono la causa del 76% dei tumori della bocca, dell'86% di quelli alla gola e l'82% dei tumori della laringe, secondo gli ultimi studi presentati a Roma in occasione del 100esimo congresso nazionale della Società Italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale (Sio).

Il tipo di fumo, sigaretta, pipa o sigaro incide sul tipo di danni e, in occasione della Giornata mondiale senza fumo, gli specialisti lanciano un allarme sui rischi che il fumo provoca alla bocca ed alla gola. "I fumatori dimostrano una certa riluttanza a ricorrere alle cure mediche, tendendo a sottovalutare i rischi e a minimizzare i disturbi correlati" sottolinea Angelo Camaioni, presidente della Sio e direttore Unità operativa complessa di otorinolaringoiatria all'ospedale San Giovanni addolorata di Roma.

"Se complessivamente il numero degli italiani che fuma scende, aumentano coloro che associano il fumo all'alcool, soprattutto fra i giovani", precisa lo specialista. Pipa e sigaro hanno una maggiore incidenza dei tumori al labbro, alla guancia e al cavo orale anteriore a causa del prolungato contatto con il calore e con i prodotti della combustione. La sigaretta espone invece maggiormente ai tumori della porzione posteriore del cavo orale e delle vie aeree come laringe, trachea, bronchi, polmone. "Oltre il 75% dei tumori del cavo orale –spiega Camaioni- insorgono soprattutto nelle pieghe della bocca, che funzionano da siti di drenaggio e concentrazione dei carcinomi disciolti nella saliva". I primi segnali di malessere, elencati dagli specialisti riuniti a congresso, sono la necessità di deglutire spesso, la sensazione di lieve solletico alla gola ed un aumento delle secrezioni salivari al mattino associata a tosse che può arrivare a provocare un accenno di conati di vomito.

> L'intervista al presidente della Lega Italiana per la lotta ai tumori, Francesco Schittulli

> L'intervista a Giovanni Porta, psicologo psicoterapeuta