La dinamica delle misure di produttivita' tende a essere positiva nelle fasi di espansione dell'attivita' economica e negativa in quelle di recessione (e' quindi prociclica), e' utile analizzarne l'andamento nell'arco di un ciclo economico completo (da minimo a minimo). Nel periodo 1992-2011 l'economia italiana ha registrato tre contrazioni: nel 1993 (con un calo del valore aggiunto dello 0,8%), nel 2003 (-0,8%) e nel 2009 (-8,0%). La caduta del livello di attivita' registrata nel 2009 rappresenta, tuttavia, un evento unico per intensita': di conseguenza, ai fini della misura della dinamica della produttivita' si analizza il periodo 1993-2008 (quando il valore aggiunto e' sceso dell'1,7%), considerando poi in modo separato gli anni piu' recenti. Lo dice l'Istat nel Report sulla Produttivita'.
Nel periodo 1992-2011 la produttivita' del lavoro, qui definita come valore aggiunto per ora lavorata, ha registrato una crescita media annua dello 0,9%, derivante da incrementi medi del valore aggiunto e delle ore lavorate rispettivamente dell'1,1% e dello 0,2%. Tra il 1993 e il 2009 la produttivita' del lavoro e' aumentata dello 0,7% in media d'anno, ma il risultato e' fortemente influenzato dall'eccezionale caduta del 2009 (pari al 3,9%). Considerando il periodo 1993-2008, si stima un aumento medio annuo della produttivita' del lavoro dell'1,0%. All'interno di tale periodo si possono distinguere due fasi: nella prima (1993-2003) la crescita media annua e' pari all'1,3% mentre nella seconda (2003-2008) rallenta allo 0,5%. Tale rallentamento e' la conseguenza di dinamiche contrapposte del valore aggiunto e dell'input di lavoro: il tasso di crescita del primo si indebolisce, passando da +1,9% nel periodo 1993-2003 a +1,4% nel periodo 2003-2008, mentre quello del secondo accelera lievemente (da +0,6% a +0,8%). Per quel che riguarda il periodo piu' recente, nel 2009, anno di recessione, la produttivita' del lavoro e' diminuita del 3,9%, in corrispondenza di cadute dell'8,0% per il valore aggiunto e del 4,1% per le ore lavorate. Nel 2010, caratterizzato da una ripresa dell'economia, il valore aggiunto e' tornato a crescere (+3,2%), mentre e' proseguita la contrazione dell'input di lavoro (-0,5%) e la produttivita' del lavoro e' aumentata del 3,7%.
Nel 2011 il rallentamento della crescita del valore aggiunto, aumentato solo dello 0,7%, in presenza di una risalita delle ore lavorate (+0,4%), ha dato luogo a una nuova frenata della crescita della produttivita' del lavoro (+0,3%). Tra il 1992 e il 2011 la produttivita' del capitale, definita come rapporto tra il valore aggiunto e l'input di capitale, ha registrato una significativa diminuzione, con un calo medio annuo dello 0,6%, risultato di un aumento dell'input di capitale (+1,8%) superiore a quello del valore aggiunto (+1,1%). Scomponendo il capitale per tipologia, l'input della parte che incorpora le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Information and Communication Technology - ICT) e' aumentato del 2,1% in media d'anno, mentre la componente non-ICT e' aumentata del 1,7%. Di conseguenza, la produttivita' del capitale ICT e' diminuita dell'1,0% e quella del capitale non-ICT dello 0,6%.
La produttivita' totale dei fattori misura la crescita nel valore aggiunto attribuibile al progresso tecnico e a miglioramenti nella conoscenza e nei processi produttivi; qui e' calcolata come rapporto tra l'indice di volume del valore aggiunto e l'indice di volume dei fattori primari (lavoro e capitale). Nel periodo 1992-2011 la produttivita' totale dei fattori registra una crescita media annua dello 0,5%, a fronte di un incremento medio dell'1,1% del valore aggiunto e dello 0,7% dell'impiego complessivo di capitale e lavoro. La dinamica della produttivita' totale dei fattori nel corso delle principali fasi cicliche dell'economia italiana e' molto simile a quella della produttivita' del lavoro. Nell'arco della fase 1993-2003 si osserva una crescita media annua dello 0,7%, mentre in quella successiva la dinamica rallenta marcatamente, con un incremento medio dello 0,3%. Tale frenata e' il risultato della minore crescita del valore aggiunto (+1,4% nel periodo 2003-2008 e +1,9% nel periodo 1993-2003) rispetto a quanto imputabile all'impiego congiunto degli input produttivi (1,1% nel periodo 2003-2008 e 1,2% nel periodo 1993-2003). Nel 2009 la produttivita' totale dei fattori diminuisce del 4,9% per effetto della forte contrazione del valore aggiunto, ben superiore a quella dell'impiego complessivo dei fattori produttivi (-3,1%). Nel 2010 alla vivace crescita del valore aggiunto (+3,2%) si accompagna un'ulteriore, seppur modesta, diminuzione dell'impiego dei fattori produttivi (-0,3%); di conseguenza, la produttivita' totale dei fattori aumenta del 3,5%. Nel 2011 la dinamica della produttivita' totale dei fattori torna modesta (+0,4%) per effetto della debolezza della crescita del valore aggiunto (+0,7%) cui si aggiunge una risalita dell'impiego di fattori produttivi (+0,3%).