In apertura del Congresso, il segretario uscente Hu Jintao terrà un discorso, una sorta di testamento politico che chiuderà il “decennio d’oro” in cui ha retto le sorti del Paese. Seguirà un momento di dibattito e proposte, da concludersi con l’approvazione del documento di Hu da parte dell’assemblea. Quindi i delegati, in seduta plenaria, eleggeranno i membri del Comitato centrale del Partito, che annovera le personalità politiche più in vista e le alte gerarchie dell’esercito. Quest’ultimo, peraltro, ha appena rinnovato i suoi vertici: 7 dei 10 generali più potenti, chiamati a difendere la Repubblica popolare, sono freschi di nomina.
Nei 5 anni in cui rimane in carica, il Comitato orienta la vita politica del Paese mediante organi tematici, dipartimenti, commissioni e scuole di partito, destinate a formare le future classi dirigenti. Non è consentito sedere nel Comitato a chi ha superato i 70 anni di età: di conseguenza, 7 degli attuali 9 membri (tra cui Hu e il premier Wen Jiabao) saranno costretti alla pensione.
Tra gli organi principali del Comitato c’è il Politburo, l’ufficio politico, che conta oggi 27 componenti. A sua volta, il Politburo ha un Comitato permanente, che in ultima analisi è il vero detentore del potere e si compone di 9 membri. E’ tra questi 9 membri che verrà scelto il segretario generale del PCC, il quale automaticamente a marzo diventerà presidente della Repubblica popolare cinese.
Nella foto, il segretario uscente Hu Jintao