Ha sembianze femminili ed è capace di riprodurre emozioni nelle espressioni facciali. Ma non solo. Sa interagire in modo empatico con gli esseri umani usando la comunicazione non verbale, fatta di espressioni, di sguardi. E' Face, Facial Automaton for Conveying Emotions, il robot che si emoziona realizzato da un team di ricercatori del Centro di Ricerca 'E. Piaggio' dell'Università di Pisa, guidati da Danilo de Rossi, che hanno lavorato in collaborazione con la Hanson Robotics, di Dallas, Usa. Face è stato presentato ufficialmente a Genova, nell'ambito del Festiva della scienza, nella storica Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale.
Il robot è stato utilizzato per la prima volta alla Fondazione Stella Maris di Pisa per diversi esperimenti condotti su bambini affetti da autismo, chiamati a interpretare le espressioni facciali del robot sotto la guida di un terapista. I dati raccolti dall'interazione non verbale dei bambini con il robot serviranno a mettere a punto miglioramenti consistenti nei protocolli riabilitativi dei pazienti.
"L'interazione sociale del robot -spiega De Rossi, coordinatore del gruppo 'Face team' e direttore del Centro 'E.Piaggio'- è resa possibile da microtelecamere poste nei suoi occhi e microfoni nelle orecchie, che le permettono di orientare lo sguardo verso l'interlocutore umano, analizzarne le espressioni facciali e la gestualità e inferire il suo stato emotivo. Le informazioni acquisite servono al robot per riprodurre l'espressione dello stato emotivo adeguato alla situazione".
La complessa struttura del volto del robot Face comprende più di 32 motori posti tra l'epidermide e la struttura ossea, che funzionano in modo analogo ai nostri muscoli facciali, e che permettono di controllare ogni minimo movimento del viso e generare una enorme quantita' di espressioni anche molto complesse, a partire da sei stati emotivi di base: rabbia, disgusto, paura, felicità, tristezza, sorpresa.
La riconoscibilità dello stato emotivo espresso dal volto artificiale rende Face particolarmente adatto nell'interazione con soggetti autistici.
"Data la natura artificiale del sistema -spiega Daniele Mazzei, ricercatore al Centro 'E.Piaggio' e parte del face Team assieme ai dottorandi Nicole Lazzeri e Abolfazl Zaraki- la comunicazione risulta nettamente semplificata e ridotta rispetto a quella umana e il soggetto affetto da autismo può concentrarsi su un numero limitato e facilmente riproducibile di espressioni emotive".