‘Nomi. Undici scritture al femminile’ di Nadia Fusini


Stampa

‘Il suono della vita’ negli scritti delle donne

Fra le grandi autrici del ‘900 anche Anna Maria Ortese

di Paola Scaramozzino
(p.scaramozzino@rai.it)

Delle biografie come non le avete mai lette. Questa la premessa di “Nomi. Undici scritture al femminile “ (Donzelli) della professoressa Nadia Fusini , docente presso il Sum, Istituto italiano di scienze umane a Firenze e autorevole studiosa del teatro Elisabettiano. Un saggio che ci conduce dentro la vita di donne scrittrici famose che hanno lasciato un segno nella letteratura del ‘900. Ne abbiamo parlato direttamente con l’autrice per capire il motivo del successo di questo saggio che è diventato un ever green.

“Questo libro ha avuto più edizioni – ci spiega l’autrice che abbiamo – La prima volta è uscito nel 1986 ma come afferma lo stesso editore, è un libro vivo che ogni volta rinasce e cresce.

E questa volta si avvale della presenza di Anna Maria Ortese che io ritengo una scrittrice specialissima che ha qualcosa in comune con le altre che troviamo nel libro. Non è un caso ma un magico gioco delle coincidenze perché Anna O., come la chiamo, è in Emily Dickinson e nei suoi vertiginosi ellittici versi dove tutto torna all’essenzialità della frase ma è anche presente in Virginia Woolf, nella prosa che ha gli stessi ritmi. E poi ancora nelle sorelle Bronte, nella loro febbrile immaginazione o nel vibrato fiabesco di Karen Blixen. Anna O., una scrittrice, una donna che non è colta ma che ama leggere e per questo divora libri, soprattutto quelli americani e sembra che assorba il genere romanzesco, addirittura fantascientifico. Nella sua scrittura c’è una carica visionaria “.

-Mi sembra di capire che in lei c’è un qualcosa di tutte le scrittrici e poetesse del ‘900 che lei descrive nel libro partendo dalla loro vita per arrivare ai loro capolavori. E’ la vita che è al centro delle biografie di Karen Blixen, Gertrude Stein, Mary Shelley, Marguerite Bishop, Marianne Moore e la Woolf, le sorelle Bronte e ancora la Dickinson.
“Non l’occhio ma la visione è al centro di questi ritratti, non la parola ma la lettura” recita la sinossi del saggio.

“Ed è attivo soprattutto l’ascolto “del suono della vita” – ci spiega la professoressa Fusini- dove una voce o più voci insieme ricreano nel silenzio della parola scritta proprio il suono della vita che l’ha generata. Nello studiare queste scrittrici ho cercato di cogliere e capire se c’è un elemento di diversità fra la scrittura degli uomini e quella delle donne. Capire se c’è una voce, un timbro particolare che li differenzi e sono giunta alla conclusione che nel momento della scrittura si uniscono la parte femminile e maschile che è in ognuno di noi. Si deve essere in qualche modo un po’ ermafroditi. Eppure c’è un timbro speciale negli scritti delle donne , una pietà e un interesse nella vita che fuoriesce dal concetto delle cose e si apre su una visione complessiva. C’è un’energia legata alla creazione, alla maternità come è per A. Ortese che dice “Creare è una forma di maternità: educa, rende felici e adulti in senso buono”.

- Professoressa Fusini vogliamo fare un gioco? Mi dia una definizione veloce e rappresentativa per ogni scrittrice e poetessa del suo libro.

- Iniziamo con Anna Maria Ortese o …..
“… o della gioia, quella di vivere e dell’ esprimersi attraverso la scrittura”.

- Karen Blixen, autrice di “La mia Africa”.
“O della perdita. Ha iniziato a scrivere dopo la morte del suo grande amore”

-Emily Dickinson, poetessa statunitense
“Senz’altro l’ellissi per il suo modo di ritornare al nocciolo della frase facendo una sorte di giro”.

-Virginia Woolf…
“o del tremore. L’incertezza dell’esistenza.”

-Gertrude Stein, poetessa dichiaratamente lesbica
“L’indifferenza. Come se volesse annullare le diversità.”

-Charlotte ed Emily “o della privazione”
“Due delle tre sorelle Bronte che hanno vissuto una vita di privazioni e di indigenza ma che hanno trasformato questa loro realtà in creatività. “Cime tempestose” è stato scritto da Emily.

-Mary Shelley ,scrittrice, saggista inglese. Scrisse Frankenstein.
“Il dolore. Il dolore per la perdita degli affetti cari hanno segnato indelebilmente la sua vita".

- Elizabeth Bishop …
“..o della reticenza. Il segreto e la ricerca della donna che ama” .

- Marguerite Yourcenar, nei suoi libri sono frequenti i temi esistenzialistici e in particolare quello della morte. 
“Marguerite o dell’altezza, per la sua retorica e l’elevato uso della lingua".

-Marianne Moore , grande poetessa americana
 "L’umiltà perché lei descrive le piccole cose come gli animali, le case".