Al via la decima edizione del 'Sei Nazioni'

Presentato in Campidoglio a Roma il cammino degli azzurri rugby2_6nazioni_296

di Mauro Caputi

Dieci candeline sulla torta del ‘Sei Nazioni’, il tradizionale torneo continentale di rugby che ha cambiato due volte etichetta. In principio era il ‘Four Nations’, con Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda. Nel 1910 si aggiunse la Francia (dopo una strenua opposizione della Scozia, si narra…) e le Nazioni divennero cinque. Nel 1998, infine, le partecipanti approvarono l’ingresso dell’Italia a partire dal 2000. E così avvenne l’esordio degli azzurri, il 5 febbraio 2000 contro la Scozia campione del mondo in carica: una partita strepitosa per l’Italia che brindò con una sorprendente vittoria, 34-20.

Per presentare questa edizione simbolo Roma ha aperto le porte della sala Giulio Cesare in Campidoglio. Quasi a significare che la città è diventata la casa del rugby azzurro grazie all’accordo, ormai ben rodato, fra Comune e Federazione per l’utilizzo dello stadio Flaminio (dove anche quest’anno l’Italia giocherà tutte le gare casalinghe). Il presidente di Federugby, Giancarlo Dondi, approfitta dell’occasione per fare il bilancio degli ultimi anni: “Siamo cresciuti, forse non come risultati, ma come immagine. Siamo entrati nel cuore degli italiani: a Londra porteremo quasi settemila tifosi e le partite di Roma hanno il tutto esaurito da due o tre mesi. Ci fa piacere perché il nostro cuore è al Flaminio e vogliamo che diventi sempre più la casa del rugby italiano”. Un auspicio condiviso dal sindaco della Capitale, Gianni Alemanno: “Il ‘Sei Nazioni’ è entrato nell’immaginario collettivo romano. Il rugby ha rotto gli argini grazie al torneo e alla perseveranza nell’identificazione col Flaminio”.

Ma la sfida di questo e dei prossimi anni va oltre il ‘Sei Nazioni’. “Non siamo i più forti, ma abbiamo il cuore più grande degli altri –spiega il presidente Dondi-. Quindi ci mettiamo tutto l’impegno per ottenere l’assegnazione della Coppa del Mondo del 2015 o del 2019. Da tempo lavoriamo col governo. Aspettiamo risposte concrete per supportare la nostra candidatura. Sono fiducioso”. E il sottosegretario allo Sport, Rocco Crimi, una risposta ha cominciato a darla: “Per la coppa del Mondo del 2015 ci sono delle opportunità e stiamo lavorando sui rapporti internazionali. Abbiamo già alcuni impianti adeguati per uno sport sempre più in crescita”.

Crescita che rileva anche il presidente del Coni, Gianni Petrucci: “Il rugby ha raddoppiato, forse triplicato, i tesserati negli ultimi anni. E’ merito dell’eco di un torneo affascinante come il ‘Sei Nazioni’. I risultati arriveranno, bisogna avere fiducia. Ma questo sport ha già portato il suo background di insegnamento”. E, a proposito di insegnamento, Dondi richiama anche la ‘strategia’ nel presentare il rugby nelle scuole: “Il nostro obiettivo non è solo quello di portare i ragazzi sui campi, anche se siamo contenti del fatto che ci siano bambini che cominciano a praticare l’attività a sei anni. Vogliamo però anche solo avere la possibilità di illustrare le regole del gioco, a volte non semplici, per creare non solo futuri praticanti, ma pure futuri appassionati e spettatori”.

Nell’immediato, a partire dal prossimo weekend, lo spettacolo dovrà garantirlo la Nazionale guidata da Nick Mallett. Il ct azzurro comincia proprio adesso il suo secondo anno alla guida della selezione. “Se vogliamo fare dei risultati –dice Mallett- dovremo scendere in campo con più coraggio degli avversari e placcare con più aggressività. Per vincere dovremo sempre giocare al 100% delle nostre possibilità perché affronteremo formazioni che hanno un ranking migliore del nostro”.


Il calendario dell’Italia nel ‘Sei Nazioni’

Sabato 7 febbraio ore 16,00
Inghilterra-Italia

Domenica 15 febbraio ore 15,30
Italia-Irlanda

Sabato 28 febbraio ore 16,00
Scozia-Italia

Sabato 14 marzo ore 16,00
Italia-Galles

Sabato 21 marzo ore 14,15
Italia-Francia