Venezia 69


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La fama odiata e il killer per bene

'Superstar' di Giannoli e 'The Iceman' di Vromen

di Sandro Calice
(s.calice@rai.it)

Oggi è il giorno dei tradimenti, dei talent show e dei killer professionisti. In concorso ci sono “Izmena” del russo Kirill Serebrennikov, storia di due coppie e dei tradimenti incrociati, e “Superstar” di Xavier Giannoli, sul perfetto sconosciuto che diventa famoso. Nella sezione Orizzonti, in competizione “Gli equilibristi” di Ivano De Matteo, dove una moglie scopre il tradimento del marito e gli cambia la vita. Fuori concorso “The iceman” di Ariel Vromen, ispirato alla storia vera di Richard Kuklinski, marito e padre amorevole, ma anche spietato killer che tra il 1954 e il 1985 pare abbia ucciso più di 250 persone. Nelle Giornate degli autori, infine, c’è il “Pinocchio” di Enzo D’Alò, omaggio postumo anche a Lucio Dalla, che è autore delle musiche.

Oggi sono due i film in concorso: “Paradise: Faith” dell’austriaco Ulrich Seidl, secondo episodio della “Trilogia Paradies”, in cui il regista si interroga sul significato del portare la croce, e “At any price” di Ramin Bahrani, con Dennis Quaid e l’idolo delle ragazzine Zac Efron, storia familiare ambientata nel Midwest americano di un padre alle prese con un figlio ribelle. Fuori Concorso, ma sicuramente atteso, è “Bad 25”, il documentario di Spike Lee a 25 anni dall’uscita dell’album “Bad” di Michael Jackson. Nella sezione della Settimana della Critica, Luigi Lo Cascio presenta “La città ideale”, il suo primo film da regista.

SUPERSTAR
di Xavier Giannoli. Francia, Belgio 2012 (Wild Bunch)
con Kad Merad, Cecile De France.

Ci continuano a raccontare la frottola che tutti vogliono fama e successo. Forse non è così. Martin Kazinski è un uomo normale, diremmo banale se non fosse un’offesa, che lavora in un’azienda che ricicla computer come addetto all’assistenza di ragazzi disabili, sta bene così e della fama non sa che farsene. Un giorno, però, qualcuno lo fotografa in metropolitana e mette la foto su internet: da quel momento in poi Martin è una celebrità. Perché? Nessuno lo sa, nessuno – eccetto Martin – sembra chiederselo. E più lui chiede di essere lasciato in pace perché la sua vita non ha nulla di straordinario, più diventa famoso come paladino delle persone comuni. Sulla storia ovviamente si fionda la televisione. Martin diventa il protagonista più richiesto del talk show di punta dell’emittente. Perché? Che importa, contano gli ascolti, tutto il resto si può calpestare. Martin viene braccato per strada da gente che vuole autografi, che vuole farsi fotografare con lui. Perché? Chi lo sa, basta esserci, basta avere la prova impressa sulla Rete di aver conosciuto il personaggio del momento. Una follia. Che può solo peggiorare.

Il regista francese Xavier Giannoli, Palma d’Oro a Cannes 1998 per il cortometraggio “L’Interview”, si è ispirato al romanzo “L’idolo” di Serge Joncour (che è del 2005 – spiega – precedente dunque al personaggio interpretato da Benigni nell’ultimo film di Allen). Il suo Martin, del resto, pur suscitando l’ilarità tipica delle situazioni paradossali, ha molto poco di comico. E’ un personaggio tragico in un contesto assurdo, con il racconto costruito (anche musicalmente) più come un thriller che come una commedia. Sicuri di voler essere famosi?

THE ICEMAN
di Ariel Vromen, Usa 2012 (Millennium Films)
con Michael Shannon, Winona Ryder, Chris Evans, Ray Liotta, James Franco.

Il killer sta in piedi con la pistola puntata contro la vittima in ginocchio. “Prega – dice – prega a voce alta, è la tua ultima possibilità”. L’uomo a terra farfuglia qualcosa terrorizzato. “Non ti sento” dice il killer, lo sguardo si fa vuoto, “…non sento niente”: bang! Un uomo apparentemente senza cuore, di ghiaccio appunto, un professionista spietato al soldo della mafia che nella sua vita ha ucciso centinaia di persone. E’ la vera storia di Richard Kuklinski, raccontata nel libro “The Iceman – the story of a cold-blooded killer” di Anthony Bruno e ripresa da Vromen (“Danika”, “RX”), regista, sceneggiatore e musicista nato in Israele ma formatosi negli Stati Uniti.

Kuklinski, nato nel 1935 e morto in carcere nel 2006 in circostanze misteriose, confessò di aver ucciso la prima volta a 13 anni. Quando venne reclutato dalla mafia lavorava in un laboratorio che faceva copie di film porno ed era già sposato. Fece molti soldi ed ebbe due figlie, una famiglia che amava alla follia e che forse era la sua unica àncora per conservare la sanità mentale. Uccideva chiunque, tranne donne e bambini, con una freddezza assoluta. Poi fece un passo falso e la sua vita cominciò a precipitare. Mai, in tutti quegli anni e fino al processo, la sua famiglia ebbe il minimo sospetto su quale fosse il suo “lavoro”. Affidato alla fisicità di Michael Shannon, perfetto nel ruolo di Kuklinski, “The Iceman” è un thriller teso e duro, dove ogni elemento si tiene, dalla sceneggiatura alla fotografia, un gangster movie atipico nel quale sarà difficile non “innamorarsi” del protagonista.