Le retribuzioni contrattuali orarie a luglio restano ferme su giugno mentre salgono dell'1,5% su base annua. Lo rileva l'Istat. Il loro rialzo resta quindi ben al di sotto del livello d'inflazione annuo dello stesso mese (+3,1%), con una differenza di 1,6 punti percentuali. Una forbice che tuttavia si restringe rispetto a giugno (1,8 punti).
Il ridimensionamento del divario è dovuto alla frenata dei prezzi e non alla crescita annua delle retribuzione, che a luglio rimane la stessa di giugno.
Se si guarda ai primi sette mesi del 2012 l'Istat rileva un rialzo delle retribuzioni, nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, dell'1,4%. Analizzando i principali macrosettori, a luglio l'aumento tendenziale è del 2,0% per i dipendenti del settore privato mentre si registra una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. Nel dettaglio, presentano gli incrementi annui maggiori i comparti energia elettrica e gas (2,9%), tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,8%). Si rilevano variazioni nulle per agricoltura, telecomunicazioni e tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Inoltre l'Istat fa sapere che l'indice delle retribuzioni contrattuali per l'intera economia, proiettato per tutto l'anno sulla base delle disposizioni definite dai contratti in vigore alla fine di luglio, registrerebbe nel 2012 un incremento dell'1,5%. Con riferimento al semestre agosto 2012-gennaio 2013, in assenza di rinnovi, il tasso di crescita tendenziale dell'indice generale sarebbe pari all'1,6% ad agosto; nei mesi successivi l'incremento risulterebbe lievemente più contenuto (1,5% a partire da ottobre) e da gennaio 2013 il tasso di crescita subirebbe una drastica riduzione attestandosi allo 0,8%.