di Sandro Calice
Il sipario sta per alzarsi e la sensazione è che questa 69ma edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dal 29 agosto all’8 settembre, sia effettivamente diversa da quelle degli ultimi anni.
La “linea editoriale” enunciata dal nuovo direttore della Mostra, Alberto Barbera, che ha già firmato le edizioni dal 1998 al 2002, è che “accanto agli autori affermati e ai nomi attesi che certamente non mancano, la connotazione più significativa riguarda il numero elevato di registi meno noti e delle auspicabili ‘sorprese’”, riaffermando “con forza il principio che un festival non può accontentarsi di essere una passerella di celebrità (ancorché autoriali) ma deve la sua principale ragione d’essere alla capacità di proporsi come uno scandaglio lanciato a sondare le profondità di un universo di cui troppo spesso si conosce solo la superficie”. Meno divi e passerelle, dunque, un programma meno corposo e più spazio al cinema autoriale, indipendente e giovane. Le altre due novità della Mostra sono il Film Market, un momento e uno spazio commerciale dedicato al mercato del cinema, e soprattutto – la vera scommessa di Barbera – la Biennale College Cinema, un laboratorio permanente per giovani registi di tutto il mondo che in questa prima fase sceglierà e finanzierà tre progetti, tre film che verranno presentati alla Mostra di Venezia del prossimo anno.
I film. Cinema giovane sì, ma non mancano i grandi nomi. Tra le opere più attese in concorso ci sono sicuramente “To the wonder”, il triangolo amoroso di Terrence Malick; “The Master”, la nascita di una setta religiosa raccontata da Paul Thomas Anderson, probabilmente il più talentuoso regista della sua generazione; “Passion”, il thriller erotico di Brian De Palma. Oltre al nostro Marco Bellocchio con il già discusso “Bella Addormentata”, ispirato alla vicenda di Eluana Englaro, che con “Un giorno speciale” di Francesca Comencini e “E’ stato il figlio” di Daniele Ciprì, forma il trio degli italiani in competizione.
Molti gli appuntamenti da segnalare anche fuori concorso o nelle altre sezioni della Mostra (e lo faremo giorno per giorno), ma vale la pena citare, tra le altre cose, l’esordio a Venezia di due registi premi Oscar: Robert Redford con “The company you keep” e Susanne Bier con “Love is all you need”, oltre al premio Oscar Jonathan Demme con il documentario musicale “Enzo Avitabile Music Life”. Tra i film musicali, poi, da annotarsi senza dubbio “Bad 25”, il documentario di Spike Lee su Michael Jackson. Il film di apertura della Mostra, mercoledì 29 agosto, madrina della cerimonia Kasia Smutniak, sarà “The reclutant fundamentalist” di Mira Nair, mentre quello di chiusura, l’8 settembre, “L’homme qui rit” di Jean-Pierre Améris, entrambi Fuori Concorso. Il Leone d’oro alla carriera 2012 sarà assegnato a Francesco Rosi.
Numeri e curiosità. I lungometraggi della selezione ufficiale sono 50, tutti in prima mondiale e così suddivisi: Venezia 69 (il concorso) 17 più uno da annunciare, Fuori Concorso 15 più 9 documentari eventi speciali, Orizzonti 18 più 15 cortometraggi. Sempre nella selezione ufficiale, oltre ai citati registi premi Oscar (Bier, Redford e Demme), ci sono 3 registi candidati all’Oscar (De Palma, Spike Lee e Malick), 3 registi vincitori del Leone d’Oro (Kitano, Nair e Tsai Ming-liang), 2 Leoni d’oro alla carriera (Bellocchio e de Oliveira), 20 registi donne, di cui 4 in concorso (Burshtein, Comencini, Sarmiento e Woodworth). Tra i film destinati a far discutere, oltre a quelli di Anderson e Bellocchio, c’è anche “Spring Breakers” di Harmony Korine, sia per le scene trasgressive in cui sono coinvolte, tra le altre, due reginette della Disney come Selena Gomez e Vanessa Hudgens, sia perché al momento le due sono tra i pochissimi “divi” annunciati sul red carpet.