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Caro-polizza, a inizio 2012 aumenti del 2%

Ania, ma su lungo periodo prezzi in calo rc_auto_296

Per qualche anno è sembrato che gli automobilisti italiani potessero finalmente tirare il fiato. Gli aumenti dell'rc auto hanno dato un po' di tregua ma, dopo un periodo di sostanziale diminuzione dei prezzi, il costo delle polizze è tornato ad aumentare, con una tendenza confermata anche nei primi mesi del 2012.

Seppur a un ritmo inferiore rispetto al 2010 e il 2011, nel primo trimestre di quest'anno il premio medio effettivamente pagato per assicurare l'auto ha registrato un rialzo, pari al 2,1% (era stato del 5,8% lo scorso anno e del 4,7% del 2010). I dati sono quelli dell'Ania, che evidenzia anche pero' come nel lungo periodo, tra il 2005 e il 2011, il premio medio della copertura risulti in calo del 2,4%, ''il che equivale a dire - spiega l'associazione delle compagnie - che in media lo scorso anno si è pagato lo stesso premio del 2005''.

Dopo cinque anni (2005-2009) in cui il premio è risultato in costante diminuzione per un valore complessivo nel quinquennio di -11,8%, dal 2010 - emerge dall'ultimo rapporto dell'Ania dedicato al settore - si e' registrata un'inversione di tendenza (+4,7%) poi proseguita anche nel 2011 (+5,8%). Complessivamente, comunque, nel periodo 2005-2011 il premio medio della copertura assicurativa risulta lievemente in diminuzione, tanto che nel 2011 si è pagato in media lo stesso premio di sei anni prima.

L'associazione delle compagnie precisa quindi che per calcolare il prezzo medio pagato per la singola copertura occorre tener conto del fatto che il numero di veicoli assicurati varia nel tempo. Dividendo il volume dei premi per il numero dei veicoli si ha il prezzo medio della copertura per veicolo. A livello di mercato, le ''tariffe'', vale a dire i prezzi di listino che non corrispondono ai prezzi effettivi pagati per l'acquisto o il rinnovo della polizza, ad aprile 2012 mostravano, secondo le rilevazioni Istat, un aumento tendenziale del 4,3% rispetto allo stesso mese del 2011. L'andamento tariffario rilevato dall'Istituto di statistica, precisa ancora l'Ania, prende però in considerazione solo alcuni profili di rischio, considerati più rappresentativi dell'intero territorio nazionale, e valorizza anche l'applicazione delle disposizioni di legge sul cosiddetto ''bonus malus familiare''.

Le misurazioni basate sui prezzi di listino quindi ''non rispecchiano i prezzi effettivamente pagati dagli assicurati, e rappresentano i prezzi massimi di riferimento per tipologia di rischio. La loro variazione non fornisce pertanto - conclude l'Ania - un'indicazione attendibile sulla variazione della spesa reale dei consumatori''.