Il respiro del diavolo

Nelle sale la storia di un bambino che ha dentro di sé il male

di Sandro Calice

IL RESPIRO DEL DIAVOLO
di Stewart Hendler, Usa 2007
Josh Holloway, Michael Rooker, Sarah Wayne Callies, Blake Woodruff, Joel Edgerton, John Kapelos.

Un bambino bello, educato, ben vestito. Ma con il diavolo dentro. Questo è il tema, certamente non nuovo. Poi c’è lo svolgimento, da cui ci si aspettano se non colpi di genio almeno di scena.

Max (Josh Holloway) è un piccolo delinquente che sta cercando di ricostruirsi una vita onesta e che insieme alla fidanzata vuole aprirsi un ristorante. Ma proprio quando i due si fanno i conti e capiscono che non hanno soldi a sufficienza arriva la proposta del suo vecchio amico ed ex galeotto Sidney (Rooker): rapire David, un bambino di 10 anni figlio di una famiglia benestante, e chiedere un riscatto. Il gioco sembra facile, il rapimento riesce e i tre, con un quarto complice, si nascondono in una baita di montagna in attesa di ritirare il denaro. Ma è qui che cominciano i sussurri demoniaci (il titolo originale è “Whisper”) che cominciano a far impazzire i rapitori, mentre il bambino fa disegni di morte e fuori ululano feroci lupi neri.

Ne “Il respiro del diavolo” ci sono molti degli elementi di genere che piacciono agli appassionati. L’innocenza che nasconde il maligno, la casa isolata, gli spaventi improvvisi, i “buoni” che soccombono perché non capiscono il pericolo, l’ineluttabilità del male. Ma poi nulla più. Non una variazione sul tema, non un’idea nuova. Hendler dirige in maniera scolastica una sceneggiatura debole. E Holloway, al quale va la nostra simpatia per il ruolo di Sawyer nella splendida serie di culto “Lost”, ha sempre lo stesso sguardo truce che promette svolte che non arrivano.