In gran parte i roghi sono dolosi o colposi


Stampa

Incendi, l’identikit del piromane

Persone normali, ma che hanno interessi nell'appiccare il fuoco i

A bruciare l'Italia sono pensionati, operai, imprenditori, impiegati, artigiani, agricoltori: persone perfettamente integrate nella società e che spesso, dietro il gesto doloso o nella migliore delle ipotesi colposo, nascondono ben altri interessi.

L'identikit del piromane che emerge dall'analisi delle persone denunciate dal Corpo forestale dello Stato parla di persone che nel 49% dei casi hanno un'età compresa tra i 51 e i 70 anni. Si tratta soprattutto di pensionati (38%) e operai (13%) per lo più incensurati (87%) e residenti (91%) nella stessa provincia dove viene commesso l'illecito.

Una buona percentuale di piromani è poi rappresentata da persone che con i boschi e i prati dividono la vita e che dovrebbero essere i primi a rispettarli: in particolare agricoltori, ditte boschive, pastori. La fotografia è dunque ben diversa da quella del piromane vero e proprio che emerge da diversi studi statunitensi: un uomo tra i 20 e i 30 anni, affettivamente solo, introverso ma passionale, spesso alcolista e con pochi amici, poco intelligente, di ceto sociale medio-alto e che vive nei pressi del luogo in cui compie la sua opera. A loro andrebbe attribuito non più dell'1% di tutti i roghi italiani.

La gran parte degli incendi italiani sono dolosi (quando si vuole deliberatamente provocare un danno, spesso spinti da motivazioni economiche o dalla ricerca di profitto), o colposi (ovvero attribuibili all'incuria e alla leggerezza, come quando si gettano sigarette da un'auto in marcia o si dà fuoco a terreni per ripulirli ed eliminare residui vegetali).

In entrambi casi a provocare gli incendi è la mano dell'uomo; solo l'1,1% dei roghi sono attribuibili a cause naturali (come i fulmini), lo 0,5% a cause accidentali (come le scintille provocate dalle ruote dei treni) e un 3,4% a cause che rimangono tuttora dubbie.

Un problema nel problema è anche la mancata applicazione della legge che prevede la non edificabilità dei terreni colpiti da incendi: sono troppo numerose le amministrazioni locali che non aggiornano lo speciale elenco catastale, con impossibilità di controllare le eventuali operazioni di speculazione edilizia, in particolare nelle località di vacanza.