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Come chiedere il rimborso dell’Iva pagata nella Tassa sui rifiuti

Si può farlo per gli ultimi 10 anni. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione g

di Fiammetta Rossi

Ecco una buona notizia. D’ora in poi si potrà chiedere un rimborso di parte dei pagamenti della Tassa sui rifiuti. E il risparmio non sarà di poco conto. La Corte di Cassazione, in linea con l’orientamento della comunità europea, ha infatti stabilito che la somma dovuta dai cittadini per la raccolta e lo smaltimento della spazzatura è una tassa e non una tariffa. Questa è una sentenza molto importante perché, se fosse una tariffa, sulle bollette si potrebbe applicare l’Iva ma questo diventa illegittimo se, come è, si tratta di una tassa.

La richiesta della restituzione dell’Iva si può presentare per gli ultimi 10 anni. Facciamo un esempio: se si paga una tassa sui rifiuti di 900 euro l’anno, si versano 90 euro l’anno di Iva illegittima (pari ad una aliquota del 10%) che, moltiplicati per 10 anni, diventano 900 euro. Controllate subito la bolletta. Se è stata applicata l’Iva al 10% sulle voci di raccolta e smaltimento rifiuti, potete chiederne il rimborso immediatamente. Il Codacons, associazione per la tutela dei consumatori, su questo tema ha lanciato una campagna con lo slogan ‘Non buttare i tuoi soldi nell’immondizia’ ed offre una consulenza gratuita a chi vuole recuperare le somme non dovute pagate ai Comuni o alle società appaltatrici.

Come fare per iniziare la pratica? Si deve mandare la documentazione al Codacons Controllando bene le istruzioni sul sito www.codacons.it. In pratica si deve compilare un modulo di richiesta di rimborso e farne una copia. Fare una copia delle ricevute dei pagamenti fatti per tutti gli anni dal 1998 ad oggi. Scrivere su un foglio i dati anagrafici dell’intestatario della bolletta (luogo e data di nascita, indirizzo), i recapiti telefonici e l’eventuale e-mail, il numero di codice fiscale e inviare il tutto in busta chiusa a CODACONS- Azione Iva rifiuti- Via Filippo Corridoni, 25- 00195 Roma.

Avvocati e consulenti tributari controlleranno gratuitamente la documentazione e vi faranno sapere se avete diritto a recuperare i pagamenti non dovuti. A quel punto, se la risposta sarà positiva, potrete decidere se fare ricorso o no. Se deciderete di fare un’azione legale, potrete iscrivervi come socio per 2 anni al Codacons, pagando 100 euro, che preparerà il vostro ricorso personalizzato, senza chiedere nessun altro pagamento. Il ricorso vi sarà spedito per raccomandata con tutte le istruzioni necessarie per presentarlo e per difendervi da soli davanti alla Commissione Tributaria competente. A questo proposito va ricordato che per i rimborsi sotto i 2.582,28 euro non c’è necessità di essere assistiti da un avvocato. Se il rimborso richiesta supera questa somma o se non vorrete agire personalmente anche se la somma è inferiore, potrete richiedere di essere assistito da un avvocato del Codacons.

Forse vale la pena di farci un pensierino. Sarà un po’ noioso cercare tutte le ricevute che riuscirete a trovare, bisognerà perdere un po’ di tempo per preparare i documenti, ma perché non recuperare quanto pagato in modo illegittimo?