Sport olimpico solo dal 2000


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Taekwondo, l’arte dei calci al volo

In Italia va fortissimo in tutto il Sud taekwondo_296

Dopo il bronzo di Mauro Sarmiento è arrivato l'oro di mezzanotte di Carlo Molfetta: il taekwondo made in Italy sale in cima al mondo. Sport olimpico ufficiale soltanto dai Giochi di Sydney nel 2000, questa disciplina ha tra i suoi fan anche volti noti come Zlatan Ibrahimovic, Claudia Gerini e Will Smith. Tutti e tre sono infatti appassionati praticanti del taekwondo, salito sul palcoscenico della notorietà - anzi sul tatami - dalle ultime medaglie olimpiche.

In Italia i tesserati sono 25 mila, i praticanti quasi il doppio. Diffuso da Roma in giù e per tutto il Sud, ha nelle palestre di Mesagne e Casoria, dove sono nati Molfetta e Sarmiento, le sue roccaforti. Ma dallo storico argento dell'atleta campano a Pechino 2008 è stato un piccolo boom di palestre anche in Toscana e Veneto.

E Zlatan Ibrahmovic, l'attaccante svedese ex Milan noto per tanti gol acrobatici e qualche colpo da tatami di troppo, ha voluto tempo fa passare qualche ora con gli azzurri del taekwondo. Il ct da 10 anni eè Yoon Sul Chul, un coreano. E' in Corea che questa disciplina nacque duemila anni fa: i 'tae' (calci in volo) i 'kwon' (pugni) e il 'do', l'arte.

Ai Giochi è entrato come disciplina ufficiale da Sydney 2000, dopo due edizioni dimostrative a Barcellona ed Atlanta. In queste Olimpiadi gli incontri, su tre round da 2 minuti ciascuno, si disputano per la prima volta con un corpetto con sensori: il calcio o il pugno al busto (1 punto, +1 se la gamba va in rotazione) sono calcolati via bluetooth. Resta a discrezione del giudice di gara il colpo alla faccia (quasi sempre un calcio, perché la gamba è più lunga del braccio), che vale 3 punti + 1 in caso di rotazione.