L'analisi


Stampa

Il perché di un venerdì nero

Sui mercati pesano la crisi della Spagna e l'incubo di un contagio che investa Italia ed Euro c

La crisi spagnola e l'incubo di un contagio inarrestabile che travolga l'Italia e l'euro sono le cause del venerdì nero vissuto dai mercati e, in particolare, dell'accanimento degli investitori sulle borse di Madrid e Milano e sui titoli di Stato dei due Paesi. "La situazione sui mercati è peggiorata dopo l'esito dell'Eurogruppo. Era una decisione attesa ma, viste le tensioni sui titoli di Stato, gli investitori si aspettavano qualcosa di più" ha spiegato un analista di una primaria banca italiana. Ad aggiungere sale sulle ferite hanno contribuito altre "due notizie negative - ha detto Marco Valli, capo economista area euro di Unicredit - la richiesta di Valencia di aiuti allo Stato e la decisione della Bce di non ammettere i bond greci come collaterali, fino a una nuova valutazione della Troika". "In Borsa i titoli più penalizzati sono stati i bancari e gli assicurativi - spiega un trader - in quanto sono i principali collettori dei titoli di Stato e del relativo rischio.

A Milano è stata pesante anche l'Enel per via della sua doppia esposizione su Italia e Spagna". Nonostante l'epicentro della crisi fosse la Spagna, il terremoto ha avuto conseguenze molto forti anche in Italia "perché il nostro Paese viene percepito come quello più a rischio per via del suo elevato debito pubblico". Tra i fenomeni annotati dagli analisti anche quello di un appiattimento delle curve dei tassi. "Un brutto segnale - ha chiarito un analista - anche se siamo ancora molto distanti dalla presenza di una curva negativa, come quella che c'é stata in Grecia e che segnala l'arrivo di una ristrutturazione del debito". L'attenzione era concentrata sui titoli decennali e sull'impennata degli spread di Btp e Bonos sopra la soglia, rispettivamente, di 500 e 600 punti. "Ma l'allargamento della forbice a breve è stata quasi doppia di quella a dieci anni" viene notato. Lo spread a due anni dei titoli spagnoli rispetto a quelli tedeschi si è infatti allargato di circa 64 punti contro i 31 delle scadenze a dieci anni mentre per quanto riguarda l'Italia l'allargamento è stato di 37 punti sulle scadenze a breve e di 21 su quelle a lungo periodo.

"Per stabilizzare i mercati occorre attivare lo scudo antispread" è il ritornello che circola nelle sale operative. Uno spread a 500 punti base è "insostenibile per le casse dello Stato italiano - dice Vincenzo Longo, Market Strategist di IG Markets Italy -. Se questo scenario dovesse prolungarsi il Paese sarebbe costretto a richiedere l'attivazione dello scudo antispread per non vedere vanificato l'impatto delle manovre correttive attuate da inizio anno.