Astronauti, operatori della Scienza

Sette gli italiani che sono andati in orbita c

di Emanuela Gialli

L’eccellenza italiana nella Scienza della Fisica e nello Spazio. Sette gli italiani che, a cominciare dal volo di Franco Malerba di 20 anni fa, hanno varcato o stanno per varcare la soglia della gravità terrestre. Cinque sono stati e saranno a bordo della Stazione spaziale internazionale (ISS) e la generazione si rinnova.

Gli ultimi due astronauti italiani, Paolo Nespoli e Roberto Vittori, nel 150° anniversario dellUnità d’Italia, hanno sventolato il Tricolore in quel Laboratorio di scienze biologiche che è ormai diventata l’ISS. Tutti e due a bordo nello stesso momento, si sono collegati con il Quirinale, dove il Capo dello Stato Napolitano ha chiesto se riuscissero a vedere da lassù, a 500 km dalla Terra, le gondole di Venezia. Poi con il Pontefice Benedetto XVI, che li ha invitati a proseguire sul cammino della Scienza, per il progresso dell’umanità.

Ora il passaggio del testimone. A maggio del prossimo anno toccherà al Capitano dell’Aeronautica Militare Luca Parmitano e a novembre del 2014 alla prima donna astronauta italiana, Samantha Cristoforetti. Per lei, nessun “fiocco rosa”. “Sono un capitano dell’Aeronautica, un pilota militare, un ingegnere”, ha detto a Televideo, dimostrando di non essere interessata né alle differenze né tantomeno alle quote di genere.

Gli astronauti italiani sono quasi tutti militari: Malerba ufficiale di Marina, Maurizio Cheli pilota dell’Aeronautica, Paolo Nespoli incursore, Vittori ufficiale dell’Aeronautica, come Cristoforetti e Parmitano. 

E’ più “facile” diventare astronauti se ci si arruola nelle Forze Armate? L’intervista a Enrico Saggese, presidente dell’Agenzia spaziale italiana.

E’ abbastanza evidente che l’arruolamento degli astronauti italiani, sia uomini che donne, avviene per lo più nell’ambiente militare. Si formano prima come piloti militari, poi dopo corsi di formazione e studio vengono avviati verso l’esplorazione dello Spazio. E’ necessario per il tipo di impegno professionale o è espressamente richiesto?
No. Secondo noi, non è né necessario né viene esplicitamente richiesto. Quello che invece viene richiesto, a parte l’evidente motivazione personale, è un elevato livello di capacità fisica. Un giovane che dall’età di 18 anni è all’interno dell’Aeronautica militare e ha sperimentato già aerei in condizioni di volo particolarmente stressanti, ha subito tante accelerazione, come ad esempio un pilota collaudatore, è ovvio che emerga da uno screening, rispetto a tanti altri aspiranti.

Ha già fatto metà percorso.
Sì, praticamente è così. Ma si può arrivare anche dall’ambiente civile.

Anche in Italia?
Sì, è aperto a tutti. Nella penultima chiamata, uno solo su quattro era militare.

Ma non esistono scuole per astronauti, vero?
Sì, è vero. L’unica scuola praticamente è quella dell’Agenzia spaziale italiana. Preparare un astronauta costa molti milioni di euro. E questo è uno sforzo che viene fatto dai governi, dalle Agenzie spaziali dei Paesi, piuttosto che dai singoli. Credo che, se qualcuno è interessato a fare un corso d’astronauta, possa farlo in Russia, ma costa anche lì milioni di euro. E’ difficile che un privato possa fare un investimento del genere. E poi un privato non può andare nello Spazio da solo. O è miliardo, e allora ha già risolto i suoi problemi sulla Terra, oppure, se non lo è, deve transitare per un mezzo in cui l’esperienza di astronauta serva anche a portare esperimenti nello Spazio. Gli astronauti sono cioè operatori scientifici, non turisti dello Spazio.

Poi però certo non tutti entrano a far parte del Corpo degli astronauti dell’Agenzia spaziale europea, Esa.
L’Esa periodicamente fa delle “call” per astronauti. L’ultima è del 2009: vi hanno partecipato in 9 mila e ne sono stati selezioni sei, tre civili (non italiani, ndr) e tre militari. Sicuramente ne faranno altre. Essere militari comunque ribadisco aiuta, ma non è un requisito essenziale.

La missione che porterà Samantha Cristoforetti sulla Stazione spaziale internazionale quanto impegna economicamente l’Asi?
Non enormemente. Noi paghiamo l’addestramento specifico, circa un milione di euro. Poi però faremo degli esperimenti, che Samantha porterà con sé, che costeranno altri due milioni di euro circa. L’impegno, ad ogni modo, va visto nel quadro di tutta la spesa che l’Italia ha fatto sulla ISS e che fa sì che abbiamo nostri astronauti a bordo.

Qual è il budget annuale dell’Asi e quanta parte viene destinata all’esplorazione umano dello Spazio?
Attualmente, è di 500 milioni di euro l’anno. L’Italia ha deciso di prorogare il suo impegno per la ISS almeno fino al 2020. La Stazione probabilmente finirà di essere operativa tra il 2020 e il 2028, anno in cui avrà raggiunto una anzianità trentennale Il nostro Paese fino ad allora ha deciso di spendere 30 milioni l’anno sulla ISS. Oggi sono principalmente risorse per sfruttare gli esperimenti. Negli ultimi 20 anni l’Italia ha speso tra 1,5 e i 2 miliardi di euro.