Tubercolosi, infezioni, epatiti, Hiv


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I nuovi batteri resistenti

Negli anni, sono diventati refrattari agli antibiotici Novità, intanto, per la cura dell'Epatite C e per l'Hiv g

di Maurizio Righetti

Sono circa 25.000 gli europei che muoiono ogni anno per infezioni provocate da batteri resistenti ai farmaci, organismi che, negli anni, sono diventati sempre più refrattari agli antibiotici. E’ una resistenza che si è manifestata nelle infezioni delle vie respiratorie, nelle meningiti, nelle malattie diarroiche e nelle infezioni trasmesse per via sessuale. E i batteri resistenti possono essere trasmessi dagli animali all'uomo attraverso la catena alimentare o per contatto diretto. E’ uno degli argomenti di cui si è parlato a Pistoia nel convegno internazionale “Le malattie infettive 200 anni dopo la nascita di Filippo Pacini”. Durante il meeting, al quale hanno preso parte alcuni fra i migliori specialisti provenienti dai più importanti centri infettivologici universitari ed ospedalieri italiani ed europei, oltre a scienziati di alta caratura e fama internazionale, sono stati trattati temi attuali, cruciali e scottanti quali l’infezione da HIV/AIDS; tutte le novità sul trattamento dell'epatite da HCV; la tubercolosi, malattia riemergente; le polmoniti infettive, le infezioni da virus, batteri e miceti, le epatiti virali croniche, e tutte le nuove terapie che stanno per cambiare l'aspettativa e la qualità di vita dei pazienti. E’ stato fatto anche il punto sui nuovi scenari epidemiologici, sul legame fra le infezioni e l'immigrazione, sui cambiamenti climatici che vanno a incidere sullo sviluppo di alcuni virus, sulle influenze stagionali, sulle polmoniti infettive, sul legame fra droga e malattie infettive e su tutto quanto c'è di nuovo nell'ambito delle malattie infettive 200 anni dopo la nascita di Filippo Pacini che fu il primo scienziato a intuire il concetto di epidemia.

Hiv ed epatiti da trattare subito
Quattromila infezioni l'anno, undici al giorno, in Italia l'Hiv è ancora sottovalutato. A circa trent'anni dalla scoperta del virus, i sieropositivi non muoiono più di Aids: ci sono farmaci che cronicizzano la malattia se è trattata presto e bene. Ma non per questo va abbassata la guardia Nel nostro Paese si stima che siano 170/180 mila le persone affette da Hiv e circa 40mila quelle con Aids: un sieropositivo su 4 non sa di esserlo, e così compromette seriamente il suo futuro, perchè l'Hiv è un killer spietato pur se la medicina lo ha ormai messo alle corde. La nuova sfida all'Hiv è cambiare approccio e gestire diversamente le terapie: diabete, ipertensione e malattie cardiache vengono anticipate e amplificate dal virus e, quindi, scegliere la migliore terapia possibile per ogni paziente, tenendo conto di tutta una serie di fattori, vuol dire equiparare quasi completamente la vita di un sieropositivo a quella di una persona sana. Questa lezione vale ancora di più per l'altra grande emergenza silente del nostro Paese: l'Epatite C: il 2-3% della popolazione italiana ha avuto contatto con il virus e ogni anno si verificano circa mille nuovi casi di malattia: un milione e mezzo di persone infette e la gran parte non sa di esserlo. E, di conseguenza, non sa che, se inizia presto la cura con farmaci appropriati, da questo virus si guarisce completamente.

I nuovi batteri resistenti ai farmaci
I batteri resistenti possono essere trasmessi dagli animali all'uomo attraverso la catena alimentare o per contatto diretto. La resistenza può trasmettersi dagli animali all’uomo sia con il consumo degli alimenti o il contatto diretto con gli animali o attraverso lo scambio di materiale genetico. Per esempio, la salmonella presente nel pollo può diventare resistente agli antibiotici somministrati all’animale stesso e quando questo diventa un alimento (carne o uovo), l’antibiotico-resistenza può trasmettersi all’uomo mediante il consumo dello stesso animale. Nel secondo caso, batteri generalmente non pericolosi né per l’animale, né per l’uomo, come Escherichia coli, possono sviluppare resistenza nell’animale quando trattato con antibiotici. L’animale diventa poi carne o latte destinati al consumo umano e l’Escherichia coli, ora antibiotico-resistente, può trasmettersi all’uomo per via alimentare. È un meccanismo complicato da controllare, che può sortire effetti seri sulla salute della popolazione, specie quando la resistenza viene trasferita a batteri responsabili di gravi patologie nell'essere umano.