Medicina


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Linfomi in aumento nel Napoletano

Giampiero Nitrato Izzo, ematologo al San Gennaro: 'Molto probabilmente, anche se non ci sono ancora dati certi, ciò è dovuto all’inquinamento e soprattutto all’emergenza rifiuti del 2011 che ora sta facendo sentire i suoi effetti' e

di Maurizio Righetti

“L’area napoletana è quella dove si registrano i casi più numerosi di linfomi, che colpiscono soprattutto giovani, sia di sesso maschile che femminile. Molto probabilmente, anche se non ci sono ancora dati certi, ciò è dovuto all’inquinamento e soprattutto all’emergenza rifiuti del 2011 che ora sta facendo sentire i suoi effetti”. Lo afferma Giampiero Nitrato Izzo, ematologo dell’ospedale San Gennaro a Napoli, “I linfomi – specifica Nitrato Izzo - sono in aumento e purtroppo i tagli operati dalla Regione Campania nella sanità hanno privato l’ utenza di importanti presidi di diagnostica molecolare. Allo stato, in Campania esistono centri all'avanguardia (a Napoli, il Policlinico universitario Federico II e i nosocomi “Cardarelli”, “San Gennaro” e “Pascale”. Ad Avellino, l’ospedale “Moscati”) che sono punti di riferimento per tutto il Mezzogiorno, costretti però ad agire con pochi mezzi davanti a un numero di pazienti che cresce ogni giorno sempre di più”.

Citogenetica e biologia molecolare sono fattori essenziali
Al di là di questa specificità territoriale, rimarcata con preoccupazione da Nitrato Izzo, va comunque considerato, sul piano generale, che tra le malattie ematologiche più diffuse negli ultimi tempi ci sono i linfomi. Sono patologie del sangue che si diagnosticano con l'esame clinico dei linfonodi del collo, delle ascelle, delle sedi inguinali. Una radiografia del torace, con esami di laboratorio specifici, una tac total body, una biopsia linfonodale sono utili alla diagnosi. Ma oggi l'affinamento di tecniche di indagine, come la citogenetica e la biologia molecolare, si mostra essenziale per una più esatta definizione della eventuale patologia e per una cura più appropriata. Le terapie sono sempre più intelligenti e dirette alla eradicazione del clone neoplastico.

Medici di base, quando deve scattare l’attenzione
Febbricola serotina, perdita di peso, ingrossamento linfonodale aspecifico, presenza di Helicobacter pylori costituiscono il "warning " per i medici di famiglia a richiedere una visita specialistica. Molto spesso gli operatori sanitari di base “liquidano” l’ingrossamento linfoidale come una semplice influenza virale, senza approfondire ulteriormente. Malattie virali, quindi, possono determinare sintomatologie afferibili in modo sfumato a patologie linfomatose. Pertanto è indispensabile una diagnosi corretta e una osservazione periodica anche in pazienti colpiti da patologie virali apparentemente innocue.

Cure intelligenti come “gold standard terapeutico”
Le patologie sono eradicabili con terapie intelligenti dopo accurata diagnosi di biologia molecolare, citogenetica e biopsia linfonodale. Le cure intelligenti dirette alla eradicazione del solo clone neoplasitico, costituiscono il "gold standard terapeutico”. Il trapianto di cellule midollari è una procedura riservata ad un gruppo di linfomi aggressivi, che non rispondono ad altre cure. Terapie che hanno fatto calare notevolmente la mortalità. Determinare la prognosi di una malattia significa fare delle previsioni sul suo andamento nel tempo. Anche, o forse soprattutto, in medicina è molto difficile scrutare il futuro. Con i progressi compiuti negli ultimi decenni, la maggioranza dei pazienti affetti da linfoma di Hodgkin, e all’incirca la metà di quelli con linfoma non Hodgkin, possono essere definitivamente guariti dalla malattia, ma rimangono ancora tumori che non rispondono alle terapie iniziali (tumori resistenti o refrattari ) o che recidivano dopo periodi anche lunghi di apparente remissione completa. Le cause della resistenza alla terapia non sono conosciute, mentre le recidive possono essere imputate alla persistenza di cellule tumorali nell’organismo ed alla nostra incapacità di identificarle con certezza e precocemente.

I fattori che determinano le scelte di intervento
La prognosi (e la terapia) in un paziente con linfoma dipende essenzialmente dai questi fattori: stadio della malattia; tipo istologico; eventuali alterazioni di alcuni esami di laboratorio (soprattutto LDH, beta2-microglobulina); età del paziente; condizioni generali del paziente ed eventuali presenza di malattie concomitanti (diabete, malattie polmonari, cardiovascolari, renali, epatiche) che possono limitare la sua capacità di sopportare gli eventuali effetti collaterali della terapia, o possono influenzare la scelta dei farmaci da usare, alcuni dei quali non possono essere utilizzati in presenza di una o più malattie concomitanti. Per aiutare il medico a valutare in modo obiettivo e riproducibile lo stato di salute generale del paziente (performance status) sono state elaborate delle scale a punteggio, molto usate soprattutto negli studi clinici.