Dagli anni '70 a oggi l'affermazione della criminalita' organizzata in Puglia e Basilicata ha avuto un pesante influsso sulla crescita economica delle due regioni, con un 'danno' - in termini di prodotto interno lordo - che dal 1991 al 2007 e' stato superiore al 16%. E' il risultato di un'analisi condotta da un'economista di Bankitalia, Paolo Pinotti, e proposta in uno dei 'Temi di discussione' diffusi da Palazzo Koch.
Nell'analisi si evidenzia come da una situazione di crescita superiore alla media italiana negli anni Sessanta, Puglia e Basilicata abbiano sperimentato un degrado sempre maggiore della situazione economica in parallelo con l'affermazione di alcune forme di criminalita' organizzata. Lo studio - che mostra anche una correlazione fra ritardo economico e numero di omicidi - evidenzia che nel periodo 1971-75 il ritardo di sviluppo e' costato alle due regioni lo 0,6% del Pil.
Il gap si aggrava nei decenni successivi e diventa del 7,2% fra il '76 e l'80, del 15,0% negli anni Ottanta, fino aal massimo del 16,6% negli anni Novanta, per poi scendere leggermente al 16,2% nel periodo 2001-2007. L'effetto di questo ritardo economico - conclude l'analisi di Bankitalia - "e' dovuto principalmente alla sostituzione di investimenti privati con capitale pubblico a minore produttivita'".