I film del week end


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Special Forces

di Sandro Calice

di Stéphane Rybojad, Francia 2011, drammatico (Eagle Pictures)
Diane Kruger, Djimon Hounsou, Benoît Magimel, Denis Menochet, Raphaël Personnaz, Alain Figlarz, Alain Alivon, Mehdi Nebbou, Raz Degan, Tchéky Karyo
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Le storie di guerra sono soprattutto storie di uomini e donne,di amicizia e sacrificio, di lotta per la sopravvivenza prima che per un ideale. “Special Forces” è una di queste.

Elsa Casanova è una corrispondente di guerra francese che in Afghanistan viene presa in ostaggio insieme al suo assistente Amin dal capo talebano Zaief per alcuni articoli sulla condizione delle donne afghane. Immediatamente le autorità francesi si attivano e decidono di mandare sul posto alcuni soldati delle forze speciali, solo una ricognizione per avere il quadro della situazione. Il comandante Kovax si ritrova con i primi cinque migliori uomini che riesce a mettere insieme: c’è il cinico e disincantato Lucas, l’ironico ma con un passato tragico Tic Tac, il veterano Marius, l’apparentemente duro Victor che ama il suo lavoro e il giovane e idealista Elias, infallibile cecchino. Zaief però non ha nessuna intenzione di trattare, quella donna deve essere uccisa come esempio. La ricognizione diventa così una missione di salvataggio, veloce e letale. Ma qualcosa va storto: Elsa e Amin vengono liberati, ma il gruppo è ora solo in un Paese ostile, con l’intero esercito di Zaief alle calcagna.

Stéphane Rybojad ha un passato da apprezzato documentarista, e la sua mano si vede soprattutto nella bella fotografia e nella scelta di scenari affascinanti. “Special Forces” è il suo primo film ed ha cercato di girarlo con il massimo del realismo, costringendo gli attori (tutti molto bravi) a un allenamento e a scene dure e pericolose. E’ un film d’azione, certo, ma con una sceneggiatura essenziale e precisa, dove emerge il dramma di giornalisti e soldati costretti per lavoro a un sacrificio spesso mortale, dove ogni personaggio è fotografato senza sbavature. E non c’è retorica, tranne che in qualche scena di combattimento, né giudizio politico. Un’opera prima acerba per certi versi, rara come genere per il cinema francese, ma che non sfigura al cospetto di corrispondenti produzioni hollywoodiane.

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