di Sandro Calice di Tim Burton, Usa 2012, commedia horror (Warner Bros)
Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Helena Bonham Carter, Eva Green, Jackie Earle Haley, Jonny Lee Miller, Bella Heathcote, Chloe Moretz, Gulliver McGrath, Ray Shirley.
Tim Burton, fortunatamente, non si prende mai sul serio, nemmeno quando ha a che fare con i con vampiri. E un vampiro così divertente non lo avete mai visto.
Barnabas Collins è un predestinato, il successo ce l’ha nel sangue. Nel 1750, ancora bambino, i genitori lo portano dall’Inghilterra fino al Nuovo Mondo, dove sulle coste del Maine costruiscono un’azienda ittica, che diventerà anni dopo la città di Collinsport. Barnabas ormai è grande, ricco, bello, innamorato della dolce Josette, ma commette l’errore di spezzare il cuore della bellissima Angelique, donna di servizio e strega a tempo pieno. La vendetta è crudele: i genitori vengono uccisi, Josette si suicida e Barnabas viene trasformato in un vampiro e chiuso in una cassa da morto per l’eternità. Poi però l’eternità dura solo 200 anni, e Barnabas si risveglia nel 1972. C’è ancora il maniero di famiglia, ci sono improbabili discendenti dei Collins, c’è addirittura l’eterea tata Victoria così simile a Josette, e c’è tanto lavoro da fare per risollevare le sorti dell’azienda e l’onore della famiglia. Il problema è che c’è anche una certa Angie, ricchissima e bellissima, che assomiglia paurosamente a una strega di nostra conoscenza.
“Dark Shadows” è basato sulla serie televisiva creata da Dan Curtis negli anni ’60, la prima soap opera horror della storia della tv. Sia Burton che Depp (alla loro ottava collaborazione) si sono sempre dichiarati fan accaniti della serie, considerata quasi un cult perché introdusse temi soprannaturali nella tv del pomeriggio. La mano del regista, non particolarmente felice negli ultimi lavori, come se la creatività fosse inibita da progetti non completamente suoi, qui si sente un po’ di più. Nei personaggi surreali, nella fotografia da fumetto dipinto, nell’ambientazione e nei costumi, propri di un’epoca nella quale il raffinato gusto kitsch di Burton va a nozze, nella colonna sonora (Alice Cooper – presente in un cameo -, Curtis Mayfield, Donovan, Elton John). E nella sceneggiatura, punteggiata di un umorismo nero che non c’era nella serie originale e che è tutto di Burton. Purtroppo però, proprio lo script lascia qualche dubbio, quando evita di affondare l’obiettivo nei singoli personaggi, seminando suggestioni che restano appese, quasi come si fosse vittima dell’originaria serialità televisiva, che in un film diventa piattezza e prevedibilità.
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