Le donne in tacchi a spillo e gli struzzi hanno involontariamente contribuito al progresso scientifico, mostrando ai ricercatori come progettare una protesi piu' adatta alle passeggiate, secondo un nuovo studio del Royal Veterinary College di Londra. La miglior protesi per le persone con gli arti inferiori amputati e per i robot umanoidi non avrebbe mai funzionato se si fosse ispirata esclusivamente al processo che sfrutta il rapporto piede e gamba umani. L'intuizione e' arrivata dopo aver applicato alle tecnologie ortopediche il principio che permette di camminare agli struzzi e alle donne che indossano gli stiletti.
"Per creare protesi dei piedi ispirarsi al corpo umano e' ormai unanimemente considerato un errore", ha spiegato Jim Usherwood, tra gli autori della ricerca. "Se si vuol fare un buon piede protesico, si deve puntare sul motore, in questo caso la caviglia, alzandolo il piu' possibile rispetto alla gamba e mettendolo cosi' in grado di fornire la potenza per camminare senza rendere i piedi pesanti e impossibilitati ad oscillare avanti e indietro". Lo studio e' stato pubblicato sul Journal of the Royal Society Interface. Gli scienziati hanno osservato che le donne con tacchi alti sono costrette a stravolgere il ritmo della camminata umana "che prevede di schiacciare il tallone da una gamba che si ferma, superata dall'altra che acquisisce la spinta dalla punta del piede. Un meccanismo adatto perche' economizza le energie sulla base della forma del piede ma che nel caso delle protesi non risulta efficace. Mentre i tacchi a spillo e la zampa degli struzzi sfruttano la punta dei piedi ma soprattutto la forza di oscillazione dei movimenti delle anche".