Riscopriamo le buone maniere


Stampa

La 'rivoluzione cortese'

La crisi innesca aggressività e paura, piccoli 'trucchi' per alleggerire la vita l

Gentilezza 'questa sconosciuta'. Stress, competizione, noie sul lavoro, rapporti personali degradati, indifferenza: stimoli continui per i nostri nervi ipertesi, e l'arrabbiatura quotidiana e' garantita. Alla fine siamo troppo indaffarati per ricordarci di essere gentili, anche se pochi lo sono con noi. Ci vorrebbe un virus per diffondere la 'malattia' della gentilezza e vivere meglio. Con questo obiettivo e' nata Gentletude, una Onlus 'made in Svizzera' ora attiva anche in Italia.

Corsi per scuole e aziende, libri, video, ma anche iniziative originali di guerrilla marketing e 'gare della gentilezza': i moderni paladini della pacifica crociata in nome della cortesia sono pronti a combattere con ogni arma pur di riconquistare la gentilezza perduta. Cristina Milani, psicologa e psicoterapeuta, e' una delle menti del progetto. Prima di dedicarsi a tempo pieno all'associazione, lavorava in giro per il mondo in una societa' di consulenza per manager. "Viaggiando tanto da soli, si parla poco ma si osserva molto. E quello che salta agli occhi e' come, anche nei gesti di tutti i giorni, siamo aggressivi, maleducati e arroganti", racconta Milani.

Da qui la sfida "perche' non siamo noi i primi a fare qualcosa?". Dalle idee alla realta', con la nascita 8 mesi fa di Gentletude, un'associazione "ancora oggi in fase di sviluppo", ma "con idee chiare per il futuro". "Abbiamo gia' pubblicato 'Un giorno di ordinaria gentilezza', un libretto che racconta una giornata tipo a New York: una piccola raccolta di esempi di educazione nella vita cittadina, verso se stessi, gli altri e l'ambiente", riferisce. "Nei prossimi mesi andremo avanti su questa strada diffondendo gratuitamente nei luoghi pubblici, stazioni, universita', lunghi articoli scritti da alcuni esperti in vari settori, dalla privacy al marketing fino alla green economy, sull'utilita' della gentilezza anche nel loro lavoro".

Come riuscire pero' a sensibilizzare i cittadini a questa 'rivoluzione cortese'? Partendo dalla constatazione che nella societa' non troviamo la gentilezza come categoria astratta, ma solo uomini gentili e uomini arroganti "vogliamo influire sui particolari, sui piccoli comportamenti - precisa Cristina Milani- nella speranza, se tutti fanno la loro parte, di arrivare a cambiamenti epocali". In effetti le idee dei volontari di Gentletude sono tante e curiose.

C'e' un progetto educativo da proporre alle scuole, con laboratori e video rivolti ai ragazzi, in cui si cerca di raccontare nella quotidianita' fra casa e scuola che forme puo' assumere una giornata di ordinaria gentilezza.

Sono tante poi le idee rivolte alle aziende, ispirate a trovate vincenti: "In Francia i dipendenti hanno alcune ore libere a settimana per dedicarsi a opere di volontariato a favore di quella stessa comunita' in cui l'azienda e' inserita. Perche' non farlo anche da noi?", propone la psicologa di Gentletude. Del resto non e' una novita' che quando l'ambiente di lavoro e' tranquillo, si lavora meglio e si produce di piu'.

Fino alle trovate piu' originali. Come il premio 'bollino della gentilezza' per quegli esercizi che dimostrano una maggiore attenzione verso l'ambiente, nel servizio al cliente e nei rapporti con il proprio personale: "ad esempio alcune banche americane mettono una ciotola di biscotti per i cani dei padroni allo sportello". O le 'punture di spillo': "il concetto e' quello del guerrilla marketing - spiega la psicologa di Gentletude - con azioni clamorose per sensibilizzare l'opinione pubblica. Abbiamo gia' in mente due iniziative a Milano e una in Svizzera, ma naturalmente non posso anticipare altro".

Ma gentili si nasce o si diventa? "La gentilezza, intesa come empatia, come capacita' di sentire le necessita' dell'altro, credo sia una dote innata", risponde sicura Milani. "La gentilezza sociale invece si puo' imparare, e' una forma di disciplina. Il nostro e' un mondo sempre piu' competitivo dove e' valorizzato solo che e' considerato un vincente, poco importa se aggressivo o sgarbato: si dice appunto che bisogna avanzare sgomintando. E chi fa il contrario e' visto come un debole".

Certo, la realta' in cui viviamo non ci aiuta, in un momento in cui i giovani hanno meno prospettive e certezze per il futuro e la crisi economica e' l'unica preoccupazione per molte fasce sociali. "Tutto questo ci fa diventare piu' insicuri e quindi piu' aggressivi: e' qualcosa che ha a che fare con la paura", spiega la psicologa.

"Dobbiamo ritrovare in noi stessi una serie di piccoli accorgimenti che possano rendere piu' leggera la nostra vita: la gentilezza non e' sparita, non ci siamo irruviditi, semplicemente l'abbiamo messa da parte per le occasioni speciali".

Per ricordarcelo in ogni momento della giornata, Gentletude ha ideato un piccolo 'gadget' dedicato a chi vuole cominciare dai piccoli gesti il suo percorso verso una vita piu' gentile. Sul sito sono scaricabili dei foglietti di carta con la scritta 'Have a nice day' e sullo sfondo una rosa. Utilizzarli e' semplice. Basta stamparli e poi diventano un promemoria per tutte le occasioni in cui ci accorgiamo di non essere stati gentili. Possiamo metterli cosi' sulla scrivania di un collega dopo un litigio, sul vetro di un'auto parcheggiata o spedirli via posta a un amico.

Dunque: piu' cura del prossimo, piu' attenzione e piu' ascolto, come ricetta per vivere in un mondo gentile e affrontare meglio la modernita'. E se proprio siete troppo egoisti per essere educati, ricordate almeno che essere gentili fa bene alla salute.