Giro d'Italia


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Cassani: 'Favoriti Basso, Scarponi e Cunego. Fra gli stranieri Rodriguez, Kreuziger e Gadret'

'Ultima settimana massacrante. Nelle prime due spazio alle sorprese' SCARPONI_CUNEGO

di Mauro Caputi

Spazio per tutti nella parte iniziale, ma alla fine le montagne (e che montagne...) decreteranno il vincitore. Il Giro 2012, edizione n.95, promette spettacolo per far scacciare la tristezza, durante, e i 'cattivi pensieri', poi, che hanno lasciato il segno l'anno passato. Cioè la morte di Wouter Weylandt in conseguenza della caduta alla discesa del Bocco, durante la terza tappa. E, dopo la corsa, la revoca della vittoria di Alberto Contador per la squalifica causata dalla positività al al clenbuterolo durante il Tour 2010. Squalifica che ha consegnato la maglia rosa finale a Michele Scarponi.

Abbiamo chiesto a Davide Cassani, voce tecnica delle telecronache Rai, come vede il 'disegno' di questa corsa rosa che scatta il 5 maggio dalla Danimarca.
"E' un Giro molto impegnativo nell'ultima settimana -ci risponde- con le ultime tre tappe veramente durissime. La cronometro a Milano arriva dopo gli arrivi in Val di Fiemme prima e al Passo dello Stelvio il giorno dopo, per questo non sarà un epilogo facile nemmeno per gli specialisti. Le prime due settimane, invece, sono abbastanza facili. Anche perché i favoriti dovranno amministrarsi proprio in vista degli ultimi giorni".

A proposito di favoriti, chi ci mettiamo nel lotto?
"Fra gli italiani vedo Basso, Scarponi e Cunego. Ivan quest'anno ha avuto delle difficoltà, ma lo conosciamo. Michele, che ha vinto lo scorso anno per la squalifica di Contador, arriva bene alla corsa e, oltretutto, vuole dimostrare di meritare un successo che, come ha detto, non sente completamente suo. Ha detto chiaramente che vale solo per l'albo d'oro. Damiano, invece, ha deciso di partecipare proprio negli ultimi giorni. Sicuramente ha delle buone sensazioni. Fra gli stranieri metto Gadret, terzo l'anno scorso, Kreuziger, l'anno scorso maglia bianca, e Joaquim Rodriguez".

Nel 2011 abbiamo vissuto una corsa molto travagliata...
"La tragedia di Weylandt, quasi all'inizio, ha scosso la carovana stendendo un velo di tristezza su tutti i giorni di gara. Senza dubbio. Poi c'è stato il corollario di Contador, per fatti avvenuti non al Giro ma al Tour dell'anno prima. Va detto che l'assenza di Alberto renderà molto incerta la corsa. L'anno scorso dopo poche tappe avevamo capito che avrebbe vinto lui, gestendo il percorso a sua discrezione..."

Abbiamo parlato dei favoriti. Cosa possiamo aspettarci dal resto della carovana?
"Nelle prime due settimane in molti avranno la possibilità di mettersi in mostra. Sono sicuro che c'è chi coglierà l'occasione. E poi, stiamo attenti alle incognite del percorso: ci sono quattro tappe, tre delle quali consecutive, con andamento mosso. Penso a quelle che arrivano a Porto Sant'Elpidio, a Rocca di Cambio, al Lago Laceno e a Sestri Levante. Due anni fa la fuga nella tappa dell'Aquila sconvolse la classifica e quasi mandò in tilt i favoriti, quindi queste sono le frazioni da tenere d'occhio. E poi, in una grande corsa a tappe c'è sempre l'insidia del meteo: sarà caldo estivo? Troveranno un freddo anomalo? Tutti dettagli da considerare volta per volta".

A proposito di dettagli, potranno incidere le cronometro?
"Abbiamo un cronoprologo, una cronosquadre alla quarta tappa (la prima in Italia dopo le tre danesi) e la crono finale. Sono di lunghezza contenuta, quindi non credo. Nè credo che i riposi potranno avvantaggiare o svantaggiare qualcuno. Il primo capita dopo tre giorni, il secondo, come di consueto, è posizionato all'inizio dell'ultima e, ribadisco, dura, difficile e decisiva settimana".

Si parte dalla Danimarca. Cronometro a Herning, poi due tappe pure lunghe (intorno ai 200 km). Cosa possiamo aspettarci?
"Lunghe ma assolutamente piatte... A mio avviso l'insidia sarà il vento, come ci ha insegnato l'escursione olandese di un paio d'anni fa. Se non si fa attenzione, può capitare qualcosa in grado di far trovare alla classifica una sua prima dimensione".