di Mauro Caputi
Distanze invariate fra Juventus e Milan dopo il recupero della 33.ma giornata, rinviata per la tragedia che si è consumata sabato 14 aprile a Pescara con la scomparsa in campo di Piermario Morosini (anche in quest’occasione ricordato da molti striscioni sui vari campi). Le due in lotta per lo scudetto, tuttavia, soffrono parecchio al cospetto di avversari che avrebbero dovuto essere di caratura nettamente inferiore. La Juve espugna Cesena con la rete di Borriello a 10’ dal termine, mentre il Milan a san Siro doma il Genoa all’86’ con Boateng. Due partite risolte sul filo di lana, quasi in simultanea come nei migliori thriller, con la squadra di Conte che conserva i tre punti (più lo scontro diretto) di vantaggio sugli inseguitori.
Il doppio 1-0 mostra, da una parte una Juventus sempre in difficoltà a sfondare difese arcigne. Il Cesena si difende con ordine ma potrebbe capitolare già al 9’, quando un mani di Moras manda Pirlo sul dischetto. Il fantasista, però, manda il pallone sul palo (secondo errore consecutivo dagli 11 metri). Ci provano Vucinic (alto), De Ceglie (bravo Antonioli), Marchisio (alto) nel primo tempo. Matri (Antonioli salva con affanno), De Ceglie (alto), Del Piero (punizione respinta da Antonioli) nella ripresa. Poi arriva il sinistro al volo in diagonale di Borriello (sponda aerea di Vucinic) a scacciare i fantasmi col suo primo gol in bianconero. Il Cesena dà ufficialmente l’addio alla serie A.
Più in difficoltà il Milan a San Siro. Contro il Genoa i rossoneri latitano, schiantandosi contro una difesa attenta, per tutto il primo tempo. Poi il Milan comincia a prendere campo, regalando qualche sussulto con i neo entrati Cassano e Boateng. Al 72’ Jankovic merita il secondo giallo per un brutto intervento su Abate e i rossoneri cominciano a spingere sull’acceleratore. Ci provano Cassano e Yepes poi (quando si è già diffusa la notizia del vantaggio juventino) Boateng trova lo spiraglio su un cross corretto da Ibra. E’ l’86’ e la squadra di casa non ha problemi a controllare gli spiccioli residui del match.
Per la corsa al terzo posto il turno ha riservato sorprese e sconvolgimenti dei valori fin qui illustrati dalla classifica. Si comincia con l’anticipo dell’ora di pranzo. A Novara la Lazio incerottata subisce l’ennesima sconfitta in trasferta. La squadra di Tesser s’impone 2-1 e alimenta la fiammella della salvezza. Gara sbloccata al 35’ da una svirgolata di Diakitè che beffa Marchetti. L’autogol dà una scossa alla Lazio che impiega un solo giro d’orologio ad agguantare il pari: Candreva approfitta di una respinta di Fontana e deposita in rete. Partita tutt’altro che bella, Cana e Mauri avrebbero le occasioni per far male alla difesa piemontese. Al 79’, però, è il Novara a passare: esecuzione magistrale di Mascara su punizione e palla dentro dopo aver toccato il palo interno. All’ultimo istante Dias ha sulla testa la palla del pareggio, ma la gira a lato. Per la Lazio non è proprio un momento favorevole.
E ad approfittarne, portandosi a un solo punto (54 contro 55) è il Napoli che sbanca Lecce 2-0 e vede da vicino la zona Champions. Al ‘Via del Mare’ Cosmi si sbraccia e urla, ma la sua squadra è lontana parente di quella ammirata da qualche mese. Il Napoli trova subito il vantaggio (5’) con una girata spettacolare di Hamsik (contro balzo dal limite dell’area) su una palla che arrivava da centrocampo. I partenopei tengono saldamente in pugno le briglie del gioco e fanno sfogare i salentini senza nulla rischiare. Al 51’ contropiede fulmineo che vale il 2-0 e il 100° gol in Italia di Edinson Cavani. Di fatto la gara finisce qui. Per il Lecce un brutto stop (35 punti) in chiave salvezza.Ma lo stop più amaro lo subisce, in chiave terzo posto, l’Udinese. Al ‘Friuli’ l’Inter si rilancia alla grande passando 3-1. La squadra di Guidolin è da tempo in calo e lo dimostra una volta di più. Tuttavia riesce a sbloccare lo score per prima, al 6’, con la sventola di Danilo dal limite dell’area. Ma 4’ dopo il risultato è in parità a causa della papera di Handanovic su un diagonale senza pretese di Sneijder. Lo stesso olandese, al rientro, trova il raddoppio al 28’ con un pregevole tocco sotto su assist di Milito. La difesa udinese nella circostanza è in libera uscita. E al 38’ Alvarez fa tris concludendo con un preciso diagonale un rapido contropiede. Nella ripresa l’Udinese ha l’obbligo di provarci e Julio Cesar deve tirare fuori un paio d’interventi su Asamoah e Floro Flores. Di contro i nerazzurri sciupano un paio di ripartenze e controllano con buon ordine.
Resta, nonostante tutto, in corsa la Roma. Perché fra 50 e 55 ci sono solo cinque lunghezze, non un margine incolmabile. Certo che la sconfitta interna contro la Fiorentina (1-2), dopo il poker subito a Torino, non agevola le aspirazioni giallorosse. La squadra di Luis Enrique va subito sotto: al 2’ Cassani mette al centro e Jovetic e libero di girare in gol di testa. Il montenegrino fallisce per almeno due volte il raddoppio in una prima frazione a prevalenza viola. La Roma si sveglia solo nella ripresa e costringe la Fiorentina ad abbassare il baricentro. Al 71’ Totti mette il piede sulla botta da fuori di Gago e inganna Boruc. L’1-1 ‘convince’ i giallorossi a inseguire il successo. Ma la beffa arriva nel recupero: al 92’ Ljaijc tira da fuori, respinge Curci e Lazzari infila il pallone della vittoria che all’Olimpico mancava da vent’anni. Viola su a 41, a una quota dove l’aria della salvezza si può apprezzare a pieni polmoni.
Discorso salvezza quasi chiuso per il Parma che espugna 2-1 Palermo e lascia indietro proprio i rosanero. E sì che per la squadra di Donadoni le cose si erano messe subito male. Al 6’ Hernandez risolve di testa un batti e ribatti in area. Gli emiliani non si ritrovano e la confusione favorisce i padroni di casa. Nella ripresa la svolta della gara in una manciata di minuti. Al 48’ testa di Silvestre su corner e traversa a dire di no al raddoppio; al 55’ slalom di Giovinco, tiro potente, respinta di Viviano e testa di Okaka a siglare il pareggio. L’inerzia della gara cambia e il Parma ne approfitta al 70’ con Giovinco nei panni di assistman e Galloppa in quelli di stoccatore. I ducali potrebbero fare molto male in contropiede, tuttavia non chiudono la gara e, all’86’ sono salvati dal palo che respinge la conclusione di Miccoli.
Posta divisa, 1-1, fra Siena e Bologna e tutti soddisfatti al 90’ (rispettivamente 43 e 42 punti). Partita tattica, come si dice in questi casi, che si sblocca solo nella ripresa. Al 52’ Destro (che arriva a 10 gol) sbuca a infilare in rete una deviazione di Gazzi. Al 69’ sontuosa punizione di Diamanti per il pareggio. Possesso palla tutto a favore dei toscani, il pari va bene a tutti.